Era latitante dal 2008 e nel frattempo si era creata una nuova identità la donna di origini romene di 57 anni arrestata dalla III sezione “reati contro il patrimonio” della Squadra Mobile della Questura di Latina ieri a Fiumicino.

L’operazione degli agenti pontini ieri mattina all'alba quando hanno dato esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Roma; la donna ora dovrà scontare 8 anni di carcere.

La 57enne già nel 1991 era stata oggetto di un’indagine da parte della Squadra Mobile in quanto facente parte di un’ associazione per delinquere transazionale, finalizzata alla truffa, al riciclaggio, allo sfruttamento della prostituzione ed alla realizzazione di documenti falsi; reati per i quali era stata condannata ad 8 anni.

“All’epoca dei fatti - spiegano dalla Questura -, nel corso delle operazioni di perquisizioni, effettuate a Borgo Sabotino, dove la donna dimorava, furono rinvenuti 54 documenti di identità e passaporti di varie nazionalità, 28 carte di credito emesse da istituti nazionali e stranieri, 50 assegni turistici (Travel cheques), targhe di autoveicoli, punzonatrici, 13 timbri a secco di varie autorità nazionali ed estere e attrezzatura per la falsificazione di documenti; 73.150 dollari Usa, 350 moduli di carte di identità in bianco di cui 210 italiane, 70 francesi, 61 tedesche e rimanenti belghe; 15 passaporti varie nazionalità di cui parte in bianco; 3 autovetture Mercedes di grossa cilindrata”.

Negli anni successivi la 57enne si era procurata una nuova identità, nascondendosi nei dintorni di Roma, e precisamente a Bagno di Tivoli, dove conduceva una vita tranquilla dedicandosi ai propri nipoti.

All’alba di ieri, il blitz degli agenti pontini che hanno bloccato la donna presso l’aeroporto di Fiumicino dove aveva accompagnato alcuni parenti pronti a ripartire per la Romania. Nel momento in cui è stata controllata è stata trovata in possesso di documenti recanti un’altra identità.

E’ stata interessata l’ambasciata della Repubblica di Romania per verificarne l’autenticità. La donna è stata associata presso la casa circondariale di Rebibbia.