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Cronaca Sonnino

Attentato in Congo: “Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci uccisi dai rapitori”

Una prima ricostruzione delle autorità della Repubblica democratica del Congo dell’attacco in cui hanno perso la vita l’ambasciatore italiano e il carabiniere pontino

Bandiere a mezz’asta su tutti i palazzi comunali del Paese in memoria dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere originario di Sonnino Vittorio Iacovacci barbaramente uccisi ieri in un attentato ad un convoglio del World Food Programme sulla strada per Goma, nella Repubblica Democratica del Congo. Questo l’appello che il presidente dell'Anci Antonio Decaro ha rivolto a tutti i sindaci italiani. “Manifestiamo insieme, come un'unica comunità, la nostra partecipazione alle famiglie che hanno perso i loro cari e la nostra appartenenza al Paese del quale Attanasio e Iacovacci erano leali servitori”. E Bandiere a mezz'asta sono state esposte questa mattina anche sul palazzo del Parlamento Europeo e a Montecitorio. 

Una prima ricostruzione

Intanto, anche se ancora frammentari iniziano ad emergere nuovi elementi su quanto accaduto nella mattinata di ieri a Kibumba. Secondo le conclusioni delle prime indagini compiute dagli inquirenti della Repubblica democratica del Congo e riportate dal sito Cas-info che cita una nota del governatore della provincia di sud-Kivu, gli aggressori del convoglio su cui viaggiavano il diplomatico italiano Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci "erano 6 in possesso di cinque armi del tipo AK47 e di un machete” e avrebbero poi costretto le persone a bordo a scendere e a seguirli nel Parco dopo aver ucciso uno degli autisti per creare il panico.

Sono stati quindi i rapitori, come riporta l'AdnKronos, ad uccidere l'ambasciatore Attanasio e il carabiniere Iacovacci secondo la prima ricostruzione da parte delle autorità della Repubblica democratica del Congo. Allertati, le Ecoguardie e gli uomini delle Fardc presenti in zona si sono messi al loro inseguimento. A 500 metri, "i rapitori hanno sparato a bruciapelo contro la guardia del corpo, deceduto sul posto, e contro l'ambasciatore, ferito all'addome. Quest'ultimo è morto per le conseguenze delle sue ferite, un'ora più tardi, all'ospedale della Monusco a Goma".

Come riferiscono varie testate locali, nella giornata di oggi un rappresentante del presidente della Repubblica democratica del Congo, Félix Antoine Tshisekedi Tshilombo, sarà a Roma per consegnare una sua lettera personale al presidente del Consiglio Mario Draghi.

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Per quanto riguarda le Forces Democratiques de Liberation du Rwanda, note come Fdlr, "smentiscono ogni coinvolgimento" nell'agguato come riferito oggi all'agenzia Dire da un portavoce del gruppo ribelle, Cure Ngoma, che ipotizza invece responsabilità di militari regolari. "Non abbiamo alcuna postazione nella zona" sottolinea il rappresentante dei ribelli, una formazione composta perlopiù da combattenti hutu con basi nella provincia del Nord Kivu. "Secondo le informazioni delle quali disponiamo il convoglio dell'ambasciatore è stato attaccato in una zona detta delle 'tre antenne', lungo la frontiera con il Ruanda, non lontano da postazioni dell'esercito congolese, le Fardc, e di militari ruandesi, le Forces de Defense Rwandaises". Il portavoce continua, rilanciando una versione diffusa anche in una nota: "I responsabili di questo assassinio ignobile vanno cercati nei ranghi di questi due eserciti e dei loro sostenitori, che hanno stretto un'alleanza contro natura per continuare a saccheggiare l'est della Repubblica democratica del Congo". Secondo Ngoma, il governo di Kinshasa e la missione di peacekeeping delle Nazioni Unite "dovrebbero ora avviare un'inchiesta seria invece di ricorrere ad accuse odiose".

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