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Cronaca

Roma-Latina, dopo la nuova sentenza l'opposizione chiede subito una commissione

Intervengono Giuseppe Simeone (FI) e Orlando Tripodi (Lega), chiedendo l'audizione di Zingaretti, dell'assessore e dei vertici di Anas e Autostrade del Lazio

La sentenza dei giorni scorsi del Consiglio di Stato (che ha di fatto bocciato il ricorso per la revocazione presentato dal Consorzio Stabile Sis contro la decisione del 13 settembre scorso che aveva annullato la gara d’appalto per la Roma-Latina), riapre la questione della realizzazione dell'infrastruttura. Sul caso sono intervenute diverse forze politiche di maggioranza e opposizione. E ora la decisione su come procedere spetta alla Regione Lazio. 

"La sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato inammissibile il ricorso del consorzio stabile Sis - spiega il consigliere regionale del Pd Enrico Forte - rimette al centro la necessità di decidere in che modo realizzare l’infrastruttura. Mi attiverò da subito nei confronti dell’assessorato competente affinchè  la Regione possa riprendere l’iter per realizzare l’opera. Non possiamo perdere ulteriore tempo, visto che l’opera resta strategica per il Governo, che ha confermato il finanziamento".

"In queste ore - aggiunge anche il consigliere regionale Pd Salvatore La Penna - ci stiamo attivando, di concerto con il segretario provinciale del Pd Claudio Moscardelli,  per mettere in campo tutti gli sforzi necessari per concretizzare i tempi e i modi attraverso cui raggiungere l’obiettivo della realizzazione dell’autostrada, raccogliendo ed avendo sempre apprezzato la disponibilità in tal senso e la serietà nell’impegno dell’assessore Mauro Alessandri  e avendo registrato sulla materia una volontà comune di diversi schieramenti politici, delle organizzazioni sindacali, del mondo produttivo e delle associazioni di categoria. È necessario che Regione, Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Anas e Autostrade del Lazio collaborino alla risoluzione più efficace e celere possibile. Già nei prossimi giorni sarà possibile fare un punto della situazione per approntare strategie operative condivise,  utili alla risoluzione della questione. 

Il capogruppo della Lega in Consiglio regionale Orlando Tripodi chiede invece un'immediata audizione del presidente Nicola Zingaretti in commissione Lavori Pubblici: "Zingaretti venga a riferire in commissione sulla Roma-Latina e sulla Cisterna-Valmontone - dichiara - Basta nascondersi dietro agli slogan". Si chiede anche l'audizione dell'assessore competente e dei rappresentanti di Autostrade del Lazio, Anas, associazioni di categoria e sindacati.  "Sulla realizzazione in house - aggiunge Tripodi - lo stato delle casse regionali è abbastanza critico, ma crediamo che la strada indicata dal Consiglio di Stato sia la più giusta: occorre riscrivere la lettera di invito, evitando così l'avvio di un nuovo iter e assicurando tempi rapidi per l'inizio dei lavori. Si tratta di un'opera vitale - conclude - i cui cantieri creerebbero immediatamente 40mila posti di lavoro complessivi e 13mila ad opere ultimate".

Sul nodo da sciogliere interviene anche il consigliere di FI Giuseppe Simeone: “Ho avanzato la richiesta al presidente Refrigeri di convocare in audizione l’assessore ai Lavori Pubblici, tutela del territorio e Mobilità della Regione Lazio, Mauro Alessandri -spiega - insieme ai rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di Anas S.p.A. e di Autostrade del Lazio, con l’obiettivo di fare il punto sulla Roma-Latina, ritenendo fondamentale che la Regione Lazio comunichi tempistica e modalità con cui intende intervenire in merito alla realizzazione dell’infrastruttura. E' mio dovere ricordare che la giunta regionale si è impegnata a mettere in atto, presso il Governo e i Ministeri competenti in materia, tutte le azioni necessarie per il mantenimento della piena disponibilità del finanziamento statale previsto, pari a 980 milioni euro, indispensabile per la realizzazione di questa opera. La perdita dei finanziamenti si ripercuoterebbe negativamente non solo sulla provincia di Latina, ma su tutto il Lazio. Le imprese pontine, prive di collegamenti rapidi e sicuri, non hanno più ossigeno per andare avanti. Il ritardo accumulato tra corsi e ricorsi, polemiche a volte strumentali, si è tradotto in una ferita aperta nel tessuto imprenditoriale di una regione, come il Lazio e di una provincia, come quella di Latina, che sono tagliate fuori con il resto del Paese e con l’Europa. Occorre andare oltre la logica della contrapposizione fra schieramenti politici e cercare di trovare una soluzione concreta ad un’esigenza improcrastinabile. Perché in ballo c’è la sopravvivenza stessa di un intero territorio, di migliaia di aziende e di cittadini che meritano risposte risolutive ed immediate”.

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