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Cronaca Cisterna di Latina

Cisterna, arriva il “Bus pronto chiamata” per le persone svantaggiate

Il progetto permette alle persone appartenenti a categorie sociali svantaggiate di contattare il Comune per richiedere il servizio di trasporto e di accompagnamento presso le strutture socio sanitarie presenti sul territorio regionale

A Cisterna arriva il “Bus pronto chiamata”, il progetto in favore delle persone svantaggiate presentato dal Comune, ed elaborato  in stretta collaborazione con l’Associazione Onmic e finanziato dalla Regione Lazio.

Si tratta di un’attività di assistenza socio-sanitaria per i soggetti residenti e appartenenti a categorie sociali svantaggiate, le quali possono contattare il Comune per richiedere il servizio di trasporto e di accompagnamento presso le strutture socio sanitarie presenti sul territorio regionale.

“Prevediamo l’attivazione di interventi assistenziali a carattere ‘leggero’ – spiega l’assessore ai Servizi Sociali Angela Coluzzi – che si connotano come alternativi o integrativi di percorsi assistenziali specifici: piccole azioni di aiuto alla vita quotidiana ad integrazione e supporto del servizio di assistenza domiciliare come la consegna farmaci e spesa a domicilio, l’accompagnamento a visite sanitarie ed altro, l’espletamento di pratiche burocratiche.

Il progetto si propone di garantire il diritto alla mobilità, conservare al massimo l’autonomia, il benessere e l’integrazione delle persone anziane e dei disabili, attraverso servizi di mobilità finalizzati al trasporto sociale e con l’impiego di operatori professionali e qualificati che saranno un punto di riferimento per tutti coloro che chiederanno i servizi di ‘Bus pronto chiamata’”.

“Ancora servizi  per la cittadinanza, quindi, a costo zero per l’Ente - commentano con soddisfazione dal Comune di Cisterna -. Frutto della costante ricerca di  collaborazione con il tessuto cittadino e pertanto con soddisfazione si accoglie anche la comunicazione del finanziamento di altri due progetti, ai quali il Comune ha aderito, presentati dalle Associazioni Anffas e dall’Istituto per la Famiglia  Onlus”.

Con il progetto “Qua la mano” l’associazione Anffas prevede l’avvio di  un laboratorio teatrale dove i ragazzi disabili potranno sviluppare le loro abilità e aumentare il loro grado di autonomia, mentre con il progetto “F.A.R.I.  la famiglia riutilizza”, l’Istituto per la Famiglia mette in campo  una serie di attività seminariali sulle tematiche del “riutilizzo degli avanzi di cibo” .  “L’importanza rivestita dalle associazioni nei servizi socio culturali è cosa nota – aggiunge Coluzzi –, soprattutto in questo periodo in cui i bisogni crescono e le risorse sono sempre di meno, l’impegno personale è quello di creare sinergie sempre più virtuose e di sostenere il terzo Settore nella ricerca di fondi e di finanziamenti che possano aggiungersi a quanto il Comune già investe nel sociale”.

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