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Cronaca Formia

Operazione Tahiti, nuovo colpo al clan Mallardo. Tre arresti a Formia

In manette tre imprenditori, i fratelli Ascione, legati alla famiglia camorristica campana. Reinvestivano nell'economia legale del sud-pontino i capitali frutto delle attività illecite

Ancora un’operazione anticamorra a Formia. Questa volta a finire in manette per mano del comando provinciale della guardia di finanza di Roma, sono stati tre imprenditori, i fratelli Ascione, ritenuti vicini al clan camorristico dei Mallardo, egemone nell’area di Giugliano a Napoli e con importanti ramificazione nel basso Lazio.

Il loro compito era quello di riciclare il denaro del clan camorristico, da reinvestire nel mercato dell’edilizia e delle automobili. Durante l’operazione, denominata Tahiti in riferimento al nome dello stabilimento balneare di Fondi dove erano soliti incontrarsi alcuni sodali del clan, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotta questa mattina alle prime luci dell’alba dai militari del nucleo di polizia tributaria della finanza della capitale, sono stati anche sequestrati beni per circa 50 milioni di euro.

Le indagini delegate al G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Roma, hanno permesso di accertare come in provincia di Latina era da tempo radicato il gruppo criminale, facente capo ai fratelli Giuliano, Michele e Luigi Ascione, legato al clan Mallardo e dedito all’organizzazione ed allo sviluppo di attività imprenditoriali nel settore edilizio- immobiliare e del commercio di autovetture, attraverso le quali il clan di Giugliano ha reimpiegato notevoli disponibilità finanziarie di origine illecita.

Quest’ultima operazione si lega a filo doppio a quelle condotte in passato e che, grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, alle intercettazioni telefoniche e agli accertamenti bancari e patrimoniali, hanno messo in luce i legami della famiglia Mallardo. In particolare, gli occhi sono stati puntati sui Dell’Aquila, potentissimo braccio criminale ed economico del clan camorristico napoletano.

Seguendo gli investimenti illeciti realizzati dagli stessi Dell’Aquila nel basso Lazio, si è giunti così ad individuare i fratelli Ascione, quali reinvestitori nell’economia legale del sud-pontino di ingenti capitali frutto delle attività illecite del clan giuglianese.

E proprio quest’ultimo business della famiglia pontina è passato anche al vaglio della Guardia di Finanza di Formia che, attraverso approfonditi accertamenti bancari, ha accertato come nel periodo compreso fra il 2002 e il 2005 gli Ascione hanno fatto transitare su conti bancari loro riconducibili somme superiori a 18 milioni di euro, ponendo anche in essere attività truffaldine a danno di alcune compagnie assicuratrici mediante richieste di risarcimento danni per sinistri mai verificatisi.

Le accuse per Giuliano, Michele e Luigi Ascione sono di associazione a delinquere di stampo camorristico e di intestazione fittizia di beni aggravata dalle modalità mafiose. L'operazione ha anche previsto il sequestro preventivo di 84 immobili ubicati in provincia di Latina, Napoli e Cosenza; 6 aziende operanti nel settore del commercio di automobili e nel settore edilizio, tra l’alta Campania e il basso Lazio; quote societarie di un operatore economico operante nel settore della gestione di stabilimenti balneari; 15 auto e motoveicoli e 32 rapporti finanziari il cui saldo complessivo è ancora in fase di quantificazione per un totale di oltre 50 milioni di euro.

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