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Cronaca

Uniti contro il pizzo, la campagna arriva a Latina: “Squarciare il muro di paura e omertà"

L’iniziativa di Addiopizzo nel capoluogo pontino: tappezzate alcune delle aree più colpite dal racket con adesivi perché “un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”

Uniti contro il pizzo a Latina“: arriva anche nel capoluogo pontino la campagna antiracket di Addiopizzo, il movimento nato a Palermo che si fa portavoce di una “rivoluzione culturale” contro la mafia. Quattordici anni fa Palermo si svegliò tappezzata di centinaia di adesivi con il messaggio: “un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. “Una frase  - commentano dal movimento - con cui non si fece altro che affermare una verità che tutti sapevano ma che nessuno voleva ammettere”. E oggi l’iniziativa è arrivata anche a Latina. 

“A Palermo, infatti, il fenomeno delle estorsioni avvinghiava il tessuto economico in maniera capillare e le denunce si contavano sulle dita di una mano. Un contesto indifferente, immerso nelle sabbie mobili delle estorsioni e nella palude dell’omertà. Quattordici anni fa la nostra pratica era un piccolo e fragile segno di implicita resistenza al cospetto di un mondo in cui i termini ‘mafia’ ed ‘estorsioni’ rappresentavano un tabù. Tra tante insidie, in questi anni abbiamo accompagnato a denunciare commercianti e imprenditori che si sono liberati dagli estorsori. Tanto è cambiato rispetto agli anni bui in cui fu assassinato Libero Grassi.

Oggi la scelta di piegarsi alle estorsioni rappresenta un disvalore sociale, mentre in passato le vittime che soggiacevano venivano giustificate in ragione di uno stato di necessità che non prospettava altre possibilità. Siamo tuttavia consapevoli che la strada sia lunga, paludosa e irta di ostacoli. Infatti, la scelta di denunciare rimane ancora relegata a una minoranza, a fronte di un fenomeno ancora diffuso. La denuncia non è ancora una prassi di comportamento comune; in molti continuano a pagare e la maggior parte dei commercianti e imprenditori collabora solo dopo essere stata convocata da magistrati e forze dell’ordine.

In questo scenario c’è anche chi denuncia il racket dell’estorsione e tende ad ascrivere alla vicenda estorsiva subita le difficoltà economiche e imprenditoriali, che in realtà spesso sono legate alla grave crisi economica. Anche per queste ragioni la strada da fare è ancora lunga. E nonostante alcune significative crepe, il muro dell’omertà è ancora in piedi a Palermo, in altre aree della Sicilia e dell’Italia”.

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“Per tutto questo, oggi come quattordici anni fa, proseguiamo il nostro impegno quotidiano, per strada e nei quartieri di Palermo: proprio questa notte siamo stati all’Arenella. Ma la novità è che il nostro impegno comincia anche a Latina, dove le recenti notizie di cronaca consegnano uno spaccato altrettanto difficile, in quanto permeato da estorsioni e organizzazioni criminali trapiantate ed endogene. E a Latina, come a Palermo quattordici anni fa, abbiamo iniziato stanotte tappezzando alcune delle aree più colpite dal racket con adesivi, affinché si squarci il muro della paura e dell’omertà: ‘Uniti contro il pizzo a Latina’”.

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