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Cronaca

Vigili del fuoco in protesta, la Cgil sospende lo stato di agitazione

La decisione dei sindacati arriva in seguito alle rassicurazioni del direttore regionale del dipartimento vigili del fuoco del Lazio sulle criticità dei comandi di Latina e Frosinone

La Cgil di Latina e Frosinone ha deciso di sospendere lo stato di agitazione dei vigili del fuoco dei comandi delle due città. Determinante è stato l’incontro delle due segreterie - Beatrice Moretti per la Cgil Fp ciociara e Giulio Morgia per quella del capoluogo pontino – con il direttore regionale del dipartimento vigili del fuoco del Lazio, l’ingegner Riccio.

Il faccia a faccia dello scorso 29 maggio si è reso necessario proprio in seguito alla proclamazione dello stato di agitazione del 18 maggio. Al tavolo hanno partecipato anche i comandanti provinciali di Latina, Cristina D’Angelo, e di Frosinone nonché i coordinatori delle Rsu Cgil Fp di entrambi i comandi, Di Febbraro e Ianni.

Durante l’incontro sono state affrontate tutte le questioni che avevano portato alla protesta dei vigili del fuoco; lo stesso direttore regionale ha riconosciuto poi che nei comprensori di Latina e Frosinone la carenza degli organici rappresenta un grave problema, a cui va aggiunto quello di ordine più generale relativo alla crescente esiguità di risorse disponibili. Ovviamente c’è necessità di nuove assunzione ma dati i tempi stretti in cui bisogna agire l’amministrazione ha assunto l’impegno di riorganizzare i servizi di soccorso regionali.

Dal canto loro “il comando di Latina e quello di Frosinone entro 20 giorni dovranno quindi elaborare un proprio piano di riorganizzazione delle dotazioni organiche, da sottoporre alle organizzazioni sindacali provinciali, dopodichè si valuteranno le possibili soluzioni “ponte” per transitare verso una fase di completamento di organico o quantomeno di miglioramento dello stesso” si legge in una nota della Cgil.

Altra questione di cui si è discusso è il ritardo nel pagamento delle spettanze dovute dai comandi provinciali dei vigili del fuoco per l’attività svolta al di fuori del normale orario di lavoro, utilizzando specifiche risorse regionali. “L’amministrazione ha informato che la Regione Lazio ha proceduto a liquidare le risorse dovute, pertanto il competente Ministero non dovrebbe indugiare oltre nel procedere a mettere le somme in pagamento ai lavoratori, visto che i relativi conteggi sono stati già preparati” prosegue la Cgil.

“A lungo si è discusso anche del problema dell’esposizione rischio amianto del personale dei vigili del fuoco e di quali procedure i singoli comandi devono adottare. Tutti hanno convenuto sull’urgenza di concordare dei veri e propri protocolli uniformi in tutte le province del Lazio, al fine di adottare cautele negli interventi di soccorso di cui si ha consapevolezza o sospetto della presenza di amianto. Al tavolo è emerso che una procedura operativa piuttosto avanzata è già da tempo utilizzata nel comando di Roma sicchè il direttore regionale del dipartimento dei vigili del fuoco si è impegnato a trasmettere subito la stessa ai singoli comandi delle province esterne, affinché venga adottata e messa in uso in modo omogeneo sul territorio laziale”.

Ultimo nodo cruciale affrontato durante l’incontro il “progetto soccorso Italia in 20 minuti”. Il direttore regionale ha “chiarito che l’amministrazione intende promuovere un gruppo di studio per verificare l’attuabilità oggi di un progetto che risale al 2005, finalizzato fra l’altro, a sostenere iniziative di cosiddetta “autoprotezione” da parte dei cittadini in attesa di intervento dei vigili del fuoco e aprendo distaccamenti utilizzando personale volontario. Le organizzazioni sindacali su tale aspetto hanno espresso riserve, perché le condizioni che hanno motivato tale progetto sono purtroppo notevolmente mutate (in peggio) in sette anni e la soluzione migliore per garantire servizi di soccorso efficaci a Latina e Frosinone è assicurare l’apertura permanente delle sedi distaccate dei vigili del fuoco di Arce e Castelforte”.

Comunque alla luce degli impegni assunti dal direttore generale è stata decisa la sospensione dello stato di agitazione; le organizzazioni sindacali hanno tenuto comunque a precisare che “qualora entro 30 giorni, come da impegni assunti, non dovessero ricevere dall’amministrazione riscontro positivo rispetto a quanto concordato al tavolo, si riattiveranno le procedure previste dalla legge che disciplina lo sciopero nei servizi pubblici essenziali”.

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