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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Sabaudia

Ermanno D'Arienzo, chi è l'uomo accusato dell'omicidio di Fabrizio Moretto: cinico e spietato

I carabinieri del nucleo investigativo hanno chiuso il cerchio sul delitto, maturato per un proposito di vendetta per la morte del figlio Erik D'Arienzo

Omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione, detenzione abusiva e porto illegale di arma da sparo. Con queste accuse è finito in carcere Ermanno D'Arienzo, arrestato per aver ucciso il 21 dicembre del 2020, a Sabaudia, Fabrizio Moretto. I carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Latina, guidati dal maggiore Antonio De Lise, hanno chiuso il cerchio sul delitto maturato nell'ambito di una vendetta e ricostruito anche il primo omicidio da cui tutto era partito, quello di Erik D'Arienzo, morto a settembre dello stesso anno per un violento pestaggio.

Il proposito era quello di vendicare la morte del figlio, "tradito e lasciato morire" dai suoi stessi amici, per un debito di droga non pagato. Nel mirino c'è appunto Fabrizio Moretto, considerato dagli investigatori il "mediatore" tra Erik e un uomo di Priverno che gli aveva fornito la droga. Nell'ordinanza il giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota ricostruisce ogni passaggio del primo delitto, le versioni discordanti di Fabrizio e Andrea Moretto e di Andrea Tarozzi, il risentimento maturato dai coniugi D'Arienzo, il proposito di vendetta. E poi delinea la personalità dell'arrestato. Ermanno D'Arienzo, è del resto un uomo di elevata "caratura criminale", un personaggio storico della criminalità locale e "uno dei soggetti con maggiore personalità delinquenziale della città di Latina, tanto da conquistarsi rispetto e riverenza anche in ambito provinciale". 

La sua escalation inizia negli anni '80. Per tutti era "Topolino", coinvolto in un'inchiesta sugli "uomini d'oro", una banda che aveva messo a segno colpi miliardari. Il gip scrive che nel tempo D'Arienzo ha assunto una caratura criminale di maggiore spessore, in un continuo crescendo nonostante sia stato diverse volte sottoposto a misure di prevenzione della sorveglianza speciale. Ha commesso reati di rapina, estorsione, violazione della legge sulle armi e droga, nonché associazione a delinquere e tentato omicidio, "attestando nelle sue condotte un animo spietato e cinico". Da tempo era residente a Sabaudia ma negli anni aveva evitato di farsi vedere in pubblico con pregiudicati del luogo". "Ciononostante dopo l'omicidio del figlio - si legge - si è esposto al pubblico riallacciando rapporti con esponenti del suo calibro criminale per avere evidentemente una loro collaborazione nell'individuazione del responsabile dell'omicidio del figlio da giustiziare". 

Ermanno D'Arienzo è inoltre legato alla famiglia Travali, essendo il padre di Angelo Travali, nato dalla relazione con Maria Grazia Di Silvio. E anche sui Travali può contare per "trovare appoggio nei confronti dei restanti indagati per l'omicidio di Erik, Andrea Moretto e Andrea Tarozzi". "La sua pericolosità - scrive ancora il giudice per le indagini preliminari - porta a ritenere che possa nuovamente colpire per vendicarsi ancora della morte del figlio perché non ha nessuna remora a uccidere".

Fabrizio Moretto è stato giustiziato a pochi metri da casa sua, su via della Tartaruga a Bella Farnia, mentre rientrava alla guida del suo motorino. A terra un bossolo di una semiautomatica calibro 7,65. L'abitazione dei coniugi D'Arienzo dista poco più di un chilometro e mezzo in linea d'aria da quella della vittima, una distanza che D'Arienzo ha probabilmente percorso a piedi nei campi subito dopo aver esploso il colpo mortale.

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