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Migranti e accoglienza, Karibu chiarisce: “Ecco i motivi dei ritardi nei pagamenti ai lavoratori”

La presidente del Cda Marie Therese Mukamitsindo spiega che gli stipendi non sono stati pagati perché la stessa cooperativa è in attesa di ricevere i soldi “dalla committenza pubblica”

“Sono state poste in essere le azioni necessarie per procedere alla riscossione dei crediti che la cooperativa vanta nei confronti della pubblica committenza, anche per attività già rendicontata, ciò nel tentativo di soddisfare le posizioni debitorie nei confronti dei lavoratori”: a parlare è Marie Therese Mukamitsindo, presidente del Cda della Karibu in riferimento alle vicende che in questi giorni hanno coinvolto la cooperativa insieme al Consorzio Aid e alle indagini della Procura di Latina. 

Un caso salito anche alla ribalta nazionale considerata la parentela di Mukamitsindo - è la suocera - con il neo parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana Aboubakar Soumahoro eletto alle ultime elezioni del 25 settembre e che si è già dichiarato estraneo alla vicenda. 

Tutto parte dalle segnalazioni fatte nelle scorse settimane dal sindacato Uiltucs circa il mancato pagamento degli stupendi di 26 lavoratori impiegati nelle due cooperative di Latina, Karibu e Consorzio Aid appunto, la prima impegnata in progetti di accoglienza di migranti legati allo Sprar, nei centri per minori non accompagnati e anche nel progetto regionale Perla contro il caporalato; la seconda appaltatrice, come consorzio di imprese, del servizio accoglienza nei Cas gestito dalla prefettura di Latina. 

Con una nota, stringata, la Procura di Latina ha confermato ieri l’assistenza di accertamenti che sono stati affidati al “Nucleo di polizia economico e finanziaria della Guardia di finanza - si legge - in ordine a eventuali profili di rilievo penale in riferimento alle attività delle cooperative incaricate di assicurare i servizi di accoglienza e servizi connessi per i richiedenti asilo nel territorio della provincia di Latina”. Indagini che al momento procedono con il “dovuto riserbo”. Altra questione delicata, poi, quella della gestione del centro minori e relativa alle dichiarazioni che sarebbero state fatte da alcuni ospiti sella struttura in merito alla presunta mancanza di servizi necessari, tra cui acqua, elettricità e anche cibo. 

Mukamitsindo ha quindi spiegato che gli stupendi non sono stati pagati perché anche la cooperativa è in attesa di ricevere i soldi “dalla committenza pubblica”. “Al riguardo - aggiunge - intendo precisare che sia i lavoratori sia i loro rappresentanti sono ben a conoscenza dei ritardati pagamenti da parte della pubblica committenza nonché dell’impegno profuso dal Consiglio di Amministrazione della cooperativa che ha, proficuamente, interloquito con i referenti pubblici al fine di ottenere, sebbene allo stato solo parzialmente, lo svincolo dei citati crediti”.

“In ultimo, con stupore - conclude poi la presidente del Cda di Karibu -, apprendo solo dagli organi di stampa di ulteriori accuse rivolte alla cooperativa e, al riguardo, nel respingere ogni ipotesi di coinvolgimento della sottoscritta e dell’organo gestorio della società, confido che il proseguimento delle indagini possa accertare definitivamente l’estraneità della cooperativa e del suo Consiglio di amministrazione. Garantisco, in tal senso, ogni supporto necessario all’Autorità Inquirente”.


 

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