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Cronaca Latina Lido / Via Capraia

Vandali alla Stella Maris, chiesa danneggiata: denunciato un giovane

La polizia ha individuato e denunciato uno dei presunti responsabili del gravissimo atto vandalico della notte tra il 31 luglio e il 1 agosto scorso al lido di Latina. Il 18enne incastrato dalle impronte digitali

E’ stato identificato e denunciato uno dei responsabili del grave atto vandalico ai danni della Chiesa Stella Maris, devastata e profanata nella notte tra il 31 luglio e il 1 agosto.
Si tratta di un giovane di origine slava di soli 18 anni - all’epoca dei fatti minorenne - incastrato da un’impronta lasciata su uno dei suppellettili della sacrestia.

I FATTI - A fare la scoperta di quando accaduto nella mattina del primo agosto era stato il custode. Allertato Don Giuseppe immediatamente è partita la telefonata alla Questura per denunciate quanto accaduto: ignoti nella notte erano entrati nella chiesa sul lungomare danneggiando suppellettili e arredi sacri, tra cui la statua della Santa Madonna imbrattata e in parte incendiata, bivaccando in sacristia e mangiando merendine e succhi di frutta che hanno trovato.

LE IPOTESI INVESTIGATIVE E GLI ACCERTAMENTI - Le prime ipotesi avevano portato ad ipotizzare diverse piste, dal saccheggio a quella delle sette sataniche, fino al semplice furto, lasciando pensare, in un primo momento, anche ad un gesto che avesse intenzioni dissacranti o blasfeme, anche perché erano state deturpate immagini sacre della Vergine. Ma già dai primi accertamenti e dal primo sopralluogo da parte degli uomini della Digos è apparsa subito poco attendibile l’ipotesi di un gesto riconducibile a sette sataniche o comunque dallo sfondo antireligioso o sacrilego, rendendo più verosimile quella di un tentativo di furto poi terminato in danneggiamento in considerazione del fatto che i ladri non si erano ritenuti soddisfatti di quanto trovato.

Chiesa Stella Maris devastata e profanata

“Già da un primo sopralluogo ci siamo resi conto che si potesse trattare di una semplice bravata - ha spiegato oggi il capo della Digos Roberto Artusi durante la conferenza stampa -: questi soggetti, dopo l’accesso abusivo scardinando la porta della chiesa, sono entrati dentro, hanno rovistato nelle diverse stanze e presto si sono accorti di aver concretizzato e hanno pensato bene di vendicarsi dello scarso bottino prendendosela con arredi e immagini sacri, destando in un primo momento grande preoccupazione”.

Ma è stata proprio l’assenza di elementi e simboli che potessero far pensare a sette sataniche o altro, a far propendere invece per l’ipotesi del danneggiamento.

LE INDAGINI - I primi elementi utili alle indagini sono arrivati proprio dai sopralluoghi effettuati dalla scientifica e dal reperimento delle impronte che erano state lasciate dai banditi. “Un lavoro certosino dal momento che molti luoghi della chiesa sono pubblici e accessibili anche ai fedeli” ha spiegato Artusi. E proprio dalle impronte è arrivata la svolta: la scientifica, dopo aver escluso quelle di Don Giuseppe, ha esaltato le impronte che in alcuni punti non potevano essere state lasciate da altri se non da chi aveva maneggiato e devastato gli ambienti.

IL RESPOSNABILE E I SUOI COMPLICI - L’impronta isolata, che poi inserita nella banca dati della polizia, ha permesso così di risalire ad uno dei responsabili, un giovane di 18 anni di origine slava, senza fissa dimora, con precedenti specifici per furto, danneggiamenti ed altro che la polizia sta ancora cercando. Ma il giovane, secondo gli accertamenti non avrebbe agito da solo; ulteriori indagini si stanno svolgendo su altri frammenti di impronte repertati che testimoniano la presenza di altre persone e che potrebbero portare agli eventuali complici.

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