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Teatro chiuso: Pernarella: “Si scopre una situazione conosciuta e denunciata”

Il noto attore e regista e responsabile delle politiche culturali del Pd, Pernarella: "E' impossibile non attribuire quanto sta accadendo alla colpevole miopia, alla incompetenza ed alla incapacità di chi ha amministrato la città negli ultimi anni"

Si alza violentemente il velo su una realtà disastrosa”: è il duro e amaro commento di Clemente Pernarella in merito alla vicenda del Teatro di Latina, chiuso per mancata regolarità dei certificati di collaudo e del certificato di prevenzione antincendio.

E’ uno dei primi a prendere la parola in merito ad una situazione più volte in passato denunciata anche dal noto attore e regista, attivo nel panorama culturale pontino, e responsabile delle politiche culturali del Pd.

La sua è una lunga nota su un’epilogo che forse, se si fosse intervenuti prima e se si fosse dedicata al settore della cultura la giusta attenzione, si poteva evitare. “Si scopre una situazione, conosciuta da anni dagli operatori e più volte denunciata, ma della quale non si è mai voluto valutare il peso e la portata. E’ impossibile non attribuire tutto quanto sta accadendo in queste ore alla colpevole miopia, alla incompetenza ed alla incapacità di chi ha amministrato la città di Latina negli ultimi anni. Politiche culturali inefficaci e nessuna progettualità.

Negli ultimi 4 anni poi l’inefficacia si è declinata in totale assenza, l’ultimo Consiglio Comunale si è dimostrato, oltre che miope, scellerato. Parla chi ha più e più volte sottolineato pubblicamente la necessità di riconsiderare la centralità  della struttura del Palazzo della Cultura come punto di partenza per ogni sviluppo, culturale, sociale ed economico, della città. Parla chi non ha mancato di segnalare negli ultimi tre anni la mancanza della manutenzione ordinaria delle sale a politici e amministratori. Parla, infine chi, da diversi anni fa impresa, in maniera del tutto privata, utilizzando le sale della struttura e corrispondendo all’Amministrazione regolare canone d’affitto.Solo l’urgenza della situazione attuale - prosegue Pernarella - impedisce di mettere sul piano della bilancia, in fase di valutazione, oltre che l’incapacità, nei termini di gestione del bene, l’inadeguatezza di coloro i quali per anni hanno ignorato l’importanza di una struttura che dal 1989, anno dell’apertura del Palazzo della Cultura, ad oggi avrebbe potuto produrre ben altri risultati che l’attuale desolante nulla. La totale assenza di un confronto serio sul tema e su una situazione che non poteva che produrre altro che questo che sta accadendo coinvolge, in termini di responsabilità, una intera classe politica. Fiumi d’inchiostro e centinaia di interventi sui social network  per dibattere dell’importanza di una ZTL in termini di rilancio culturale del centro storico e non una parola sul più grosso investimento che Latina abbia mai affrontato nel settore culturale lasciato, nel frattempo, cadere a pezzi. Tanta fatica a raccontare di un semaforo chiuso al traffico come ponte verso una rinascita culturale della città e non una parola su una sala conferenze di quattrocento posti chiusa da oltre un anno per infiltrazioni, non una parola sul teatrino “Dei Mille”, altra perla, dello stesso edificio, lasciato chiuso ed allagato per due anni a marcire.

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Nessuno che si sia interrogato circa le motivazioni che spinsero lo scorso anno il dirigente del Servizio Teatri a introdurre, per tutelare l’Amministrazione Comunale, l’obbligatorietà della presenza delle squadre di Vigili del Fuoco durante le manifestazioni anche per una sala, come quella del teatro ridotto “A.Cafaro” dove nessuna normativa nazionale prevede una prassi simile (N.B. ovviamente la spesa dei Vigili del Fuoco a carico di chi utilizzava la struttura, ed in aggiunta al canone di affitto della sala).  Quello che più terrorizza a questo punto è l’incompetenza”.

E a pagarne le spese prosegue Pernarella saranno “non solo i cittadini ma le imprese che lavorano negli spazi in questione, le scuole che seguivano le attività del teatro ragazzi, le famiglie che contavano su una offerta comunque presente e, soprattutto, ne pagherebbe le spese la nostra città ancora una volta umiliata e offesa da quelli che domani continueranno a fare campagna elettorale sciacquandosi la bocca con le parole cultura, turismo, rilancio e compagnia bella, quelli che diranno che non sapevano e che comunque la responsabilità è di qualcun altro. 
Latina merita davvero di più” conclude.


 

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