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Cronaca Prampolini / Via Amaseno

Domus Mea, nuova protesta davanti alla Corradini contro la chiusura della sede

Dopo la manifestazione dello scorso 27 agosto i soci della Domus Mea si sono riuniti davanti i cancelli di via Amaseno per chiedere spiegazioni e una soluzione. Importante l’appoggio di altre associazioni come RinascitaCivile

E’ passato più di un mese dalla prima manifestazione e da allora ancora non è cambiato nulla. Per questo ieri mattina al motto di “Insieme si può” i soci della Domus Mea sono tornati davanti al scuola Corradini per chiedere spiegazioni e collaborazione per trovare una soluzione alla chiusura della sede che ha interrotto una felice collaborazione tra scuola, associazione e territorio che andava avanti da trent’anni.

Una prima volta si erano riuniti davanti ai cancelli di via Amaseno lo scorso 27 agosto per protestare contro la decisione della Dirigente e del Consiglio di Istituto di non rinnovare l’uso di alcuni locali della scuola alla Domus Mea, storica associazione culturale. 
Una protesta molto sentita, appoggiata da molte altre associazioni della città tra cui Rinascita Civile che si è resa disponibile quale interlocutrice e aveva reso pubblica la richiesta. Eppure nulla è accaduto. Nessuna risposta.

“I circa trecento soci della Domus Mea si sono visti esclusi, tagliati fuori in modo netto, da una struttura che essi stessi nel tempo hanno contribuito a migliorare e valorizzare con le quote sociali e la partecipazione ai corsi - commenta in una nota RinascitaCivile -. Non si tratta solo delle spese (notevoli) che l’associazione ha dovuto affrontare nel corso degli anni (era ospite della scuola dal 2007) per rendere agevoli i locali e porli in sicurezza, con notevole vantaggio per la scuola stessa, che ne ha potuto usufruire nelle ore mattutine (e fino alle 15), non si tratta solo dei 500 euro d’affitto sborsati mensilmente (anche questi a vantaggio dell’utenza scolastica), ma anche dell’investimento umano.

I tanti soci hanno sempre voluto essere comunità coesa e unita, unendo quartiere e comunità scolastica, con il comune obiettivo di valorizzare l’area urbana e l’ambiente circostante con proposte culturali variegate e sempre di alto livello per tutti: dagli alunni della stessa Corradini ai più anziani che ora non hanno un posto dove andare. Una serie di servizi sono venuti a mancare e questa mancanza si fa sentire terribilmente man mano che ci si addentra nella stagione invernale e le occasioni di incontri all’aperto andranno a ridursi.

Ma ora - concludono da RinascitaCivile -, senza un’associazione ben strutturata come la Domus Mea, e senza tutte le belle attività che proponeva, la comunità si disgregherà e l’utenza scolastica ne risentirà. Chi potrà andrà altrove e la cultura (intesa in senso ampio), anziché un diritto tornerà ad essere un lusso per pochi. Potrà rientrare l’associazione Domus Mea nella scuola Corradini? Cosa ostacola il rientro? Il Comune saprà ascoltare le esigenze dei cittadini? Occorre una risposta celere. Si tratta di rispetto”.

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