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Giovedì, 28 Settembre 2023
Cronaca Cisterna di Latina

Fallimento Meccano, a giudizio Alberto Veneruso e altri nove per bancarotta fraudolenta

Accolta la richiesta della Procura nell'ambito dell'indagine sulla cessione del sito ex Goodyear all'imprenditore. Il comune di Cisterna è parte civile

Alberto Veneruso e le altre nove persone indagate per il fallimento della Meccano sono state rinviate a giudizio con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Lo ha deciso il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina Giuseppe Cario fissando all’11 settembre 2024 davanti al primo collegio penale la data del processo a carico dell’imprenditore e di Giorgio Di Mare, Maurizio Genovese, Mario Schisa, Claudio Pepè Sciarria, Marco Cimino, Franco Bottoni, Giuseppe Egitto, Pietro Rizzo e Dario Dinacci chiamati a rispondere di alcune bancarotte in serie compiute fino a ottobre 2012 quindi in periodo antecedente la dichiarazione di fallimento della Meccano Aeronautica da parte del Tribunale di Latina. 

L’inchiesta che ha coinvolto Veneruso e gli altri indagati - liquidatori, componenti del collegio sindacale e manager – riguarda la cessione del sito ex Goodyear di Cisterna a Veneruso che avrebbe dovuto rilanciarlo facendo ripartire la produzione e riassorbendo gli operai della multinazionale della gomma, un’operazione nella quale sono stati investiti enormi finanziamenti pubblici ma che non è mai decollata.  Nel 2007 l’immobile di Cisterna, del valore effettivo minimo di oltre 4 milioni di euro, era stato ceduto alla Alven Investimenti, sempre del gruppo Veneruso, per 42.500 euro, e la produzione alla M.A. Interiors per 56.800 euro, nonostante il patrimonio avesse un valore di quasi 874mila euro. Nel 2012 infine beni per oltre 790mila euro venivano ceduti alla Aviointeriors per poco più di 200mila euro. E per tali cessioni gli inquirenti non hanno neppure trovato tracce degli avvenuti pagamenti. 

Il Comune di Cisterna si è costituito parte civile nel procedimento "per ottenere il ristoro di danni non patrimoniali, quali quelli alla propria immagine, reputazione e credibilità, quelli da frustrazione delle funzioni esercitate, quelli da turbamenti morali della collettività rappresentata a causa dei fatti contestati nel procedimento penale, quelli da lesione del diritto costituzionalmente protetto del medesimo ente esponenziale alla sua identità politica ed economica, quelli da lesione di interessi inerenti la persona non connotati da rilevanza economica anche in materia ambientale; di danni patrimoniali comunque autonomi e personali, non azionabili dal fallimento, quali quelli correlati ai costi amministrativi vanamente sopportati dall’ente locale affinché il cosiddetto progetto Meccano avesse successo".

Oggi, martedì 11 luglio, il gup ha accolto la richiesta del pubblico ministero Marco Giancristofaro titolare dell'inchiesta disponendo il rinvio a giudizio dei dieci imputati.

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