"Operazione Buffalo": il padre di Desirée gestiva lo spaccio di San Valentino, anche dai domiciliari
I risvolti dell'indagine che ha portato all'arresto di otto spacciatori. Tra loro il padre di Desirée e i due responsabili dell'attentato al maresciallo
Gestiva lo spaccio a Cisterna, nel quartiere San Valentino, perfino mentre era già ai domiciliari per altre ragioni. Gianluca Zuncheddu, 39enne, padre della 16enne Desirée Mariottini ritrovata morta nel 2018 in uno stabile abbandonato a Roma, è stato arrestato ieri nell'operazione "Buffalo" condotta dai carabinieri del Reparto di Aprilia e dai militari di Cisterna. Un'operazione che ha smantellato un gruppo di pusher di cui facevano parte, oltre a Zuncheddu, altre sette persone, Antonio Di Noia, Vincenzo Avagliano, Stefano Speranza, Franco Iacomussi, Luca Di Noia, Simone Amabile il fratello Sandro Amabile.
Otto spacciatori, tutti sullo stesso piano: "Non c'è un vero capo - spiega il tenente colonnello Riccardo Barbera, comandante del Reparto territoriale dei carabinieri di Aprilia - ma è indubbio che Zuncheddu avesse più carisma di altri. Riforniva la rete di altri pusher dello stupefacente da spacciare e gestiva la vendita nel suo quartiere, anche nel periodo in cui era stato ristretto ai domiiciliari". La droga era per il 90% destinata al mercato cittadino.
Le indagini sono state avviate nel 2018 e durante l'attività investigativa i carabinieri hanno effettuato arresti in flagranza di reato e diversi sequestri di stupefacente, fermando pusher e acquirenti. "La pressione delle indagini - spiega ancora Barbera - li ha indotti ad agire. Vincenzo Avagliano e Antonio Di Noia hanno fatto rubare una Smart da un ladro di Aprilia, l'hanno tenuta qualche giorno e poi, individuando l'auto privata di un maresciallo di Cisterna, hanno esploso alcuni colpi di pistola a scopo intimidatorio". Le conversazioni tra gli indagati, intercettate dai militari, non lasciano spazio a dubbi. Parlando dei carabinieri che indagano sullo spaccio pronunciano frasi del tipo: "Sbirri di m..." oppure "Ti scanno", "Ti ammazzo".
Le accuse sono, a vario titolo, di tentata estosioni, lesioni aggravate, spaccio di droga aggravato e continuato, porto abusivo di armi da fuoco, ricettazione, danneggiamento aggravato. Le indagini non sono finite qui. I militari continuano infatti ad indagare per risalre la "filiera" dello stupefacente e individuare i fornitori del gruppo che operava a Cisterna,