Strage di Cisterna, accusati di omicidio colposo i medici che restituirono la pistola a Capasso
Il carabiniere a febbraio 2018 aveva ferito la moglie e ucciso le due figlie con l'arma che gli era stata restituita da poco. Il processo a marzo 2023
Dovranno rispondere di omicidio colposo Quintilio Facchini e Chiara Verdone, rispettivamente medico di fiducia e medico militare nel servizio di infermeria del presidio di Velletri che hanno consentito che Luigi Capasso, il carabiniere di Cisterna autore della strage del febbraio 2018, fosse in possesso dell’arma di ordinanza.
L’uomo nel febbraio 2018 aveva prima ferito a colpi di pistola la moglie Antonietta Gargiulo, dalla quale si stava separando, poi ucciso le figlie Alessia e Martina di 13 e 7 anni con le quali si era barricato in casa e dopo una lunga trattativa si era tolto la vita. Quell’arma in precedenza gli era stata ritirata in seguito alla denuncia della donna che in più occasioni era stata aggredita. Ma i due medici, alcuni mesi prima del duplice omicidio, avevano sottoposto Capasso a visite mediche e consentito che gli venisse restituita la pistola.
Questa mattina Facchini e Verdone, assistiti dagli avvocati Orlando Mariani, Luciano Lazzari e Carlo Anulfo, sono comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Mario La Rosa che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Bontempo e li ha rinviati entrambi a giudizio per omicidio colposo. Nel procedimento Antonietta Gargiulo si è costituita parte civile.
Il processo si aprirà il 16 marzo 2023 davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina Fabio Velardi.