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Cronaca Terracina

Terracina, operazione della finanza: contabilità manomessa in Comune

Intervento delle fiamme gialle a conclusione di indagini lunghe oltre un anno; sequestrati beni, conti correnti ed azienda di famiglia per un valore vicino al milione di euro. Due indagati

L’operazione condotta questa mattina dai finanzieri della Tenenza di Terracina chiude oltre un anno di indagini. Le fiamme gialle sono intervenuti in esecuzione di un provvedimento, emesso dal Gip del tribunale di Latina Costantino De Robbio, su proposta dei sostituti procuratori Giuseppe Miliano ed Olimpia Monaco. L’intervento era finalizzato al sequestro preventivo dei conti correnti e dei beni immobili della figlia dell’ex responsabile del dipartimento finanziario del Comune di Terracina.

Come si legge in una nota della guardia di finanza, “le indagini hanno preso le mosse dal riscontro di alcune incongruenze tra quanto indicato nei capitoli di spesa della contabilità rispetto a quanto rendicontato nei bilanci approvati dal Consiglio Comunale. Le complesse operazioni di riallineamento dei valori contabili, effettuate con l’ausilio della società che gestisce il software relativo alla contabilità del Comune, hanno confermato l’esistenza di “warning di forzatura”, sintomo di innumerevoli manomissioni che avrebbero determinato una totale difformità delle risultanze contabili riportate nelle scritture obbligatorie ed approvate dall’ente, rispetto alla reale situazione economico/finanziaria del Comune di Terracina”.

Proprio da un’attenta analisi di queste manomissioni, le fiamme gialle sarebbero arrivate poi ad altre scoperte come le “condotte distrattive di denaro pubblico poste in essere dall’ex dirigente (ora indagato per le ipotesi di reato di peculato,  falso in atto pubblico, abuso d’ufficio, accesso abusivo in un sistema informatico e truffa ai danni dello Stato). In particolare, concentrando l’attenzione sui mandati di pagamento per le forniture del Comune emessi dall’ex dirigente in qualità di responsabile del dipartimento, è stato rilevato che alcuni di essi venivano dapprima incassati dallo stesso funzionario (questa volta nella veste di Economo) e successivamente annullati, al fine di cancellarne le tracce nelle evidenze contabili”.

Mandati di pagamento che nonostante venissero “annullati comunque venivano incassati dal funzionario il quale, anziché provvedere al pagamento delle forniture e delle spese dell’ente, distraeva le somme a proprio favore e, in alcune occasioni, le faceva transitare in conti correnti a lui riferibili”.

Ma non solo; le successive indagini condotte anche sui familiari dell’uomo hanno permesso di appurare anche il coinvolgimento della figlia la quale “autorizzando l’accreditamento di somme di denaro riferibili al padre, ha compiuto atti ed operazioni volti ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa delle somme, con ciò integrando gli estremi del reato di riciclaggio”.

Partendo da qui le fiamme gialle hanno rilevato disponibilità della figlia, somme di denaro “assolutamente incompatibili con il reddito dichiarato e con l’attività economica svolta, che sono state in parte utilizzate per l’acquisto di una rivendita di giornali, di un fabbricato in Terracina e per le spese di ristrutturazione dello stesso, per un valore complessivo di circa mezzo milione di euro”.

Il resto del denaro era presente sul conto corrente. Di qui l’emissione del provvedimento di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca di beni e denaro, per quasi un milione di euro.

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