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Cronaca Cori

Migranti fuggiti da Cori, il sindaco: "Ognuno si assuma le sue responsabilità. Non spetta a noi vigilare"

Duro l'intervento del primo cittadino Mauro De Lillis sul caso dei cittadini sbarcati a Lampedusa e trasferiti nella cittadina, ospiti di una struttura di accoglienza al santuario Madonna del Soccorso

Sulla fuga dei 18 migranti dalla struttura di accoglienza di Cori, dove erano stati sistemati in 43 risultati negativi ai tamponi, interviene il sindaco Mauro De Lillis.

“Ci siamo trovati nella condizione di dover superare perplessità che pure avevamo - racconta il primo cittadino - Occorreva prendere delle decisioni in una situazione di emergenza e necessità. Noi ci siamo messi a disposizione, abbiamo fornito anche le brande su cui questi ragazzi hanno dormito, li abbiamo accolti nonostante, come dicevo, le nostre perplessità (e il malcontento di una parte della popolazione) anche perché avevamo rassicurazioni sui controlli e sul fatto che si sarebbero garantite la sicurezza e la tranquillità di tutti. Dopodiché non è l’amministrazione comunale che può assumersi la responsabilità della vigilanza e dei controlli, non possedendone evidentemente gli strumenti".

"Ora, è vero che le forze dell’ordine sono riuscite celermente a riprendere 13 dei 18 ragazzi però - aggiunge il primo cittadino di Cori - nella prosecuzione del dialogo tra le forze dello Stato e il Comune, si chiedono, con rispetto ma con forza, controlli e vigilanza efficaci che rispettino la comunità di Cori e le sue esigenze di sicurezza, anche in virtù del fatto che questo luogo è stato scelto dalle forze dell’ordine proprio perché ritenuto più idoneo per un controllo efficiente. Noi ci siamo assunti le nostre responsabilità - anche perché rispondiamo a istituzioni superiori, come ministero dell’Interno e Prefettura - ma non possiamo da soli far fronte o rispondere di una situazione di questo tipo, è indispensabile che tutte le forze dello Stato, ciascuno per il proprio ruolo, si assuma le sue".

"Da questa esperienza, come ho avuto già modo di dire e ribadisco ora - conclude - risulta ancora una volta evidente che il tema dell'immigrazione non va sempre affrontato sull'onda dell’emergenza. Il territorio provinciale tutto deve attrezzarsi in modo strutturato e organizzato ed evitare nel futuro di coinvolgere sempre le stesse le comunità che si sono sempre dimostrate vocate al valore dell'accoglienza”.

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