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Cronaca

Coronavirus, ancora controlli dei Nas di Latina: scoperte irregolarità in 5 laboratori

Il servizio nell’ambito dell’attività svolta su tutto il territorio nazionale. Quattro dei laboratori effettuavano test a prezzi più elevati di quelli convenzionati e uno non era in possesso dei requisiti per effettuare i test

Hanno interessato anche la provincia di Latina i servizi di controlli dai carabinieri del Nas, d’intesa con il Ministro della Salute, e volti a verificare la regolarità delle attività imprenditoriali di prelievo ed analisi diagnostica per la ricerca del coronavirus

Su tutto il territorio nazionale nell’ultima settimana sono stati ispezionati 285 aziende e laboratori di analisi, privati e convenzionati, ed altre strutture similari operanti nel commercio e nell’erogazione di test di analisi molecolari, antigeniche e sierologiche finalizzati all’accertamento della eventuale positività al COVID-19.

L’attività, come detto, è stata svolta anche dai carabinieri del Nas di Latina che hanno denucniato il legale responsabile ed il direttore sanitario di un laboratorio di analisi di Aprilia poichè ritenuti responsabili di aver attestato falsamente all’Autorità Sanitaria il possesso di requisiti strutturali ed organizzativi per l'effettuazione dei test antigenici sebbene non posseduti. Segnalate anche 7 persone nelle qualità di legali responsabili e direttori tecnici di quattro laboratori di analisi poiché ritenuti responsabili di aver falsamente attestato alla Regione Lazio l’esecuzione di test per la ricerca del Covid-19 al prezzo convenzionato, richiedendo invece agli utenti una somma superiore.

Nel corso dell'attività svolta in tutto il Paese, sono state rilevate irregolarità presso 67 centri oggetto di controllo, contestando 94 violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di 14 mila euro di sanzioni pecuniarie. Di queste il 60% delle violazioni rilevate dai Nas è attribuibile all’inosservanza di norme e comportamenti connessi con l’applicazione delle misure di contenimento epidemico. “Nel dettaglio - viene spiegato attraverso una nota dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, tra le irregolarità più frequenti, è stato rilevato il mancato possesso autorizzativo circa lo svolgimento di attività di prelievi ematici e biologici (tamponi), svolti abusivamente e in ambienti non idonei (15% delle violazioni contestate). Per quanto riguarda l’omessa / ritardata comunicazione dei casi di positività emersi a seguito delle analisi cliniche sugli utenti, il dato è risultato pari al 14% rispetto alle sanzioni rilevate. Sono state inoltre accertate la mancata predisposizione ed attuazione di piani e protocolli preventivi all’interno delle cliniche, come la carenza di procedure gestionali, di prodotti igienizzanti e di sanificazione dei locali (11%), e di requisiti tecnici e professionali nell’esecuzione degli accertamenti diagnostici, riscontrando in 6 episodi, a vario titolo, l’assenza di tecnici di laboratorio abilitati e l’uso di reagenti e diagnostici scaduti, comunque impiegati nell’effettuazione delle analisi”.

Nel corso delle verifiche, i carabinieri dei Nas hanno scoperto anche l’attivazione abusiva di punti prelievo, ematici e biologici, in aree improvvisate, in assenza di adeguate condizioni igienico-sanitarie, mentre un altro fenomeno emerso è quello della “vendita al dettaglio ai clienti, presso farmacie o addirittura in erboristeria e profumeria, di kit di analisi sierologiche anticorpali destinati al solo uso professionale sanitario e non adatti all’autodiagnosi. Proprio in tale contesto sono stati sequestrati 153 tra kit di diagnosi e dispositivi medici irregolarmente detenuti per la vendita al dettaglio o per l’effettuazione di analisi”.
 

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