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Cronaca

Duplice omicidio a Latina, la fuga dura poco: preso l’assassino

Dopo ore di ricerche da parte della polizia Roberto Zanier, che stamattina ha ucciso la madre e una donna romena, ferendo altre due persone è stato ritrovato a Montello. In una lettera ad un amico i motivi del suo gesto

È durata poco la fuga di Roberto Zanier, il 35enne ex guardia giurata che questa mattina ha ucciso la madre e una donna di nazionalità romena.

L’omicida dopo intense ricerche è stato intercettato e fermato dalla polizia nelle campagne di Borgo Montello.

Una fuga durata solo qualche ora: dopo i due omicidi compiuti tra via Darsena e via Rappini, l'uomo ha cercato di far perdere le sue tracce fuggendo a bordo di una vettura.

Vettura che, dopo intense ricerche da parte della polizia, con l'ausilio anche di un elicottero, e durate per tutta la mattina, è stata rinvenuta in una zona di campagna dalle parti di Borgo Montello. Poco distante dall'abitacolo dell'auto gli uomini della squadra mobile hanno fermato Zanier che non aveva in mano la pistola usata per uccidere la madre ed Elena Tudosa.

Al momento del fermo non ha opposto resistenza ed era in evidente stato confusionale, verrà poi portato in Questura per essere ascoltato. Intanto i poliziotti stanno cercando l'arma usata per commettere i due delitti: la ricerca per ora si sta concentrando nella zona di campagna dove è stato rintracciato il 35enne.

AGGIORNAMENTI

Portato in Questura, nel pomeriggio di oggi, Roberto Zanier è stato interrogato dal pm Giuseppe Miliano, a capo dell’inchiesta. Dopo essere stato arrestato dagli uomini della squadra mobile che, ricevuta una segnalazione si sono recati nelle campagne di Borgo Montello è stato ascoltato negli uffici di corso della Repubblica, anche se l'interrogatorio alla fine si è rivelato impossibile a causa dello stato confusionale del ragazzo.

L’OMICIDIO DELLA MADRE “Volevo proteggerla. E' la fine del mondo". Queste le parole che il 35enne ha ripetuto più volte durante il 35enne ancora in evidente stato di choc cercando di spiegare il motivo che lo avrebbe portato ad uccidere la madre, colpita a morte da un colpo alla testa e poi coperta con un cuscino.

LA FURIA OMICIDA – Dopo aver ucciso la madre si è recato così in via Darsena nella casa del padre facendo poi fuoco contro la famiglia di rumeni che vivevano in affitto in uno dei garage della villetta. La prima ad essere stata colpita è stata Elena Tudosa, la donna di 44 anni; poi Zanier si è recato nella camera dove il figlio di 21 anni dormiva insieme al compagno della vittima e ha sparato contro di loro, ferendo gravemente il giovane poi operato e ricoverato in ospedale e l’uomo ferito lievemente. Le grida erano forti, le hanno sentite anche i vicini. E' arrivato lo zio di Roberto, che vive lì con il fratello e che non deve aver creduto ai suoi occhi di fronte a quella carneficina: ha tentato di fermarlo, insieme al marito della vittima, ma Roberto era accecato dalla rabbia. Secondo i primi accertamenti è stato ipotizzato che alla base della furia omicida del giovane ci potessero essere delle questioni economiche legate al mancato pagamento degli affitti da parte degli stranieri; ipotesi che deve ancora essere confermata e valutata: "Si tratta di un omicidio irrazionale; il movente non può essere ascritto a motivazioni razionali". Le indagini della polizia ora vanno avanti sia per chiarire il quadro della situazione, ma anche per ritrovare l'arma dei delitti.

L’ARMA DEL DELITTO – Dopo essere fuggito per alcune ore, il 35enne è stato ritrovato a Borgo Montello, grazie ad una segnalazione giunta alla polizia. Era a circa un paio di chilometri di distanza dall’auto che aveva chiuso a chiave e abbandonata nei pressi del cavalcavia. Poi ha girovagato a piedi per diversi chilometri lungo un canale, dirigendosi verso la Pontina. All’arrivo delle forze dell’ordine si è consegnato senza opporre resistenza, era ancora in stato confusionale, aveva i vestiti bagnati – segno che aveva girovagato anche all’interno del canale – e con se non aveva la pistola.
Pistola che ha raccontato di aver gettato nello stesso canale ma che ancora non si trova. Seguendo le sue indicazioni gli agenti l’hanno cercata per ore ma che ancora non è stata trovata.

LA LETTERA AD UN AMICO -  I motivi che hanno spinto Roberto Zanier ad uccidere la madre e poi una donna romena a Latina potrebbero essere scritti nero su bianco in una lettera che lui stesso avrebbe inviato ad un amico prima di compiere il gesto. A rivelarlo è lo stesso amico del 35enne, che ha raccontato agli investigatori dell'incontro di ieri sera. "Riceverai una lettera in cui spiegherò tutto", avrebbe detto il killer, senza dare ulteriori spiegazioni.

DEPRESSO E SENZA LAVORO - Roberto Zanier ultimamente era depresso. Così lo descrivono gli amici, sentiti dalla polizia di Latina dopo il duplice omicidio, che parlano anche di lui come di una brava persona. Gli amici, a quanto si apprende, hanno raccontato alla polizia che Zanier non aveva dissapori con la madre, con la quale viveva, quanto piuttosto con il padre. Il 35enne, inoltre, era disoccupato da alcuni mesi, da quando la catena di supermercati dove lavorava era finita in un grande caso di bancarotta fraudolenta. Proprio nei confronti dell'azienda vantava un credito di numerosi stipendi. Penultimo di quattro fratelli e una sorella, Roberto aveva un passato di lavoretti saltuari, tra cui proprio quello di guardia giurata e di rappresentante di vini, insieme con il padre. Ha fatto parte anche delle giovanili del Latina basket, così come due dei suoi fratelli che poi passarono anche nel professionismo. La famiglia Zanier è molto conosciuta in città, così come Roberto descritto da tutti come "un bravo ragazzo", simpatico, di compagnia, insomma una persona che sa come farsi voler bene. Ma negli ultimi giorni "era cambiato", non era più quello di una volta. Forse la depressione, la disperazione di chi non ha più un lavoro lo hanno portato a un gesto imprevedibile, apparentemente inspiegabile. Viveva con la madre in un appartamento nel centro di Latina, mentre il papà dopo la separazione si era rifatto una vita in periferia. Ieri sera era andato a cena con un amico e sul tardi aveva provato a bussare alla porta di alcuni familiari, forse nell'estremo tentativo di chiedere aiuto, come se volesse raccontare a qualcuno quello che gli passava per la testa ed essere fermato. Ma la sua richiesta è rimasta senza risposta e così nella notte la disperazione ha preso il sopravvento, portando con sé la morte di due persone.

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