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Cronaca Sezze / via degli Archi

Sparatoria a Sezze, 2 morti: inquirenti a lavoro sulla dinamica

Esame stub, immagini delle videocamere e interrogatori per capire lo scontro che ha portato all'omicidio di Radicioli e Marchionne. Tre arresti e un fermo: 15 i colpi sparati

Saranno le immagini a circuito chiuso della stazione di servizio e l’esito degli esami stub eseguiti sui quattro fermati a spiegare nei dettagli la follia scatenatasi ieri sera, attorno alle 22.40, presso il distributore Eni di via degli Archi a Sezze scalo. Una follia che ha lasciato a terra il cadavere di Alessandro Radicioli, 40 anni, di Latina, e il corpo agonizzante di Tiziano Marchionne, 33 anni, morto qualche ora dopo presso l’ospedale “Goretti”: entrambi sono stati uccisi con colpi sparati al volto. Con loro c’era una terza persona, il gestore della stazione di servizio Gianluca Ciprian, rimasto ferito a un gomito.

I carabinieri di Latina, giunti sul posto pochi minuti dopo la sparatoria con tre pattuglie che erano in servizio notturno, hanno fermato nei pressi del luogo della sparatoria due dei sospetti killer, ora accusati di omicidio in concorso. Si tratta di due fratelli, noti imprenditori agricoli di Sezze scalo, S. B., 55 anni, M. B., 45 anni, che abitano e lavorano poco distante dal luogo del delitto. Tramite loro gli inquirenti sono arrivati anche sulle tracce di U. G., 53 anni, arrestato anch’egli. Si è invece costituito nel pomeriggio E. B., 26 anni, figlio di uno dei imprenditori agricoli: i carabinieri l’hanno sottoposto semplicemente a fermo giudiziario perché indiziato.

Duplice omicidio a Sezze Scalo

Sul posto i carabinieri hanno trovato una pistola a tamburo calibro 6,35 priva di matricola, una pistola semiautomatica Tanfoglio calibro 9x21, dodici bossoli e due ogive 9x21, un bossolo calibro 12: uno dei revolver è stato ritrovato nelle mani del corpo senza vita di Radicioli. Nelle abitazioni dei quattro indiziati è stato trovato un vasto campionario di armi, soprattutto fucili e proiettili assortiti. Dopo esser stati ascoltati dai carabinieri e dal sostituto procuratore Gregorio Capasso, a cui è affidato il caso, sono stati sottoposti all’esame stub per accertare la presenza di residui di polvere da sparo sul loro corpo.

Gli inquirenti non si sono sbilanciati sulla ricostruzione del movente e sulla dinamica del duplice omicidio. Certo è che lunedì sera si sono trovate di fronte tutte persone con precedenti penali anche gravi. Si cerca di capire se sia trattato di una discussione degenerata o di un vero e proprio agguato. Lo scenario nel quale il delitto si contestualizza è, per la Procura, quello di un regolamento di conti legato alla vendita di droga, con particolare attenzione allo smercio di sostanze stupefacenti nelle zone di Sezze, Priverno e del resto dei monti Lepini.

IL VERTICE IN PREFETTURA. Il duplice omicidio avvenuto a Sezze la scorsa notte è stato al centro di una riunione straordinaria del comitato per l'ordine e la sicurezza convocata dal Prefetto Antonio D'Acunto, con la partecipazione del sottosegretario con delega alla sicurezza Carlo De Stefano e dei vertici delle forze dell'ordine della provincia di Latina. "Sono qui non solo per il fatto di sangue avvenuto questa notte - ha spiegato il sottosegretario De Stefano - ma anche per una disamina generale della situazione del territorio, per fare il punto della situazione sulle indagini che riguardano altri episodi e per analizzare con le forze dell'ordine gli insediamenti criminali sempre più diffusi sul territorio".

"Questa è una provincia difficile - ha affermato il sottosegretario De Stefano - che subisce l'influenza dell'hinterland di Roma, i suoi affari e i suoi interessi. E' una città considerata la porta di Roma. Ma non si può ancora parlare di radicamento della criminalità". "Quella di Latina è da sempre una provincia attenzionata - ha aggiunto il prefetto di Latina Antonio D'Acunto - proprio perché è un territorio che sconta la vicinanza con Roma e Napoli. La gravità dell'episodio di questa notte ha richiesto un intervento immediato. Abbiamo dato già una prima risposta, con gli arresti e con questa riunione sulla sicurezza convocata d'urgenza alla presenza del sottosegretario".

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