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Cronaca Borgo Montello / Via di Monfalcone

Estorsioni e minacce al campo nomadi, tre arresti ad Al Karama

Operazione della squadra mobile. Dopo l'incendio e le denunce dei giorni scorsi da parte di alcuni rom costretti a pagare il pizzo le indagini che hanno fatto finire in manette tre persone

Ancora il campo di Al Karama al centro della cronaca. Blitz questa mattina degli uomini della squadra mobile della Questura di Latina, in collaborazione con il personale della Digos, nella struttura di Borgo Montello dove sono state arrestate tre persone.

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal tribunale di Latina in seguito all’attività investigativa della squadra mobile. E si chiude, per ora, con un epilogo amaro la vicenda che ha tenutop sveglia l’attenzione di tutta la comunità civile e istituzionale pontina nell’ultimo mese – ricordiamo che il caso è arrivato anche in parlamento con l’interrogazione del senatore del Pd Roberto di Giovan Paolo che non ha escluso anche la presenza delle infiltrazioni mafiose all’interno dello stesso centro -.

Le indagini erano partite in seguito alla denuncia presentata presso gli uffici della Questura da parte di un gruppo di nomadi residenti nel centro di Al Karama che avava raccontato delle ripetute minacce, vessazioni e soprusi subiti da parte di altri abitanti del centro e del pizzo che erano costretti a versare per poter rimanere negli alloggi.

In seguito a questo episodio sono partite le ricerche della squadra mobile che dopo aver raccolto alcune testimonianze era riuscita a risalire a quelli che potevano essere i responsabili delle minacce e delle estorsioni; si tratta di tre cittadini di nazionalità romena, I. H., G. U. e G. G.,ai quali poteva anche essere ricondotto l’incendio che lo scorso 27 dicembre aveva distrutto proprio il centro Al Karama.

Dopo i primi sopralluoghi e le prime analisi si era parlato di un rogo non doloso, scoppiato a causa di un corto circuito. I successivi accertamenti avevano portato a rintracciare la mano nell’uomo in quelle fiamme che erano divampate in pieno pomeriggio e in particolare quella dei tre responsabili anche delle minacce e delle estorsioni.

L’incendio era proprio un modo per costringere le famiglie a pagare il pizzo, a versare quelle 300 euro mensili che permetteva ai connazionali di rimanere all’interno del centro. Ma quella che era una semplice azione dimostrativa per le vittime delle estorsioni si è trasformata in un vero incubo. Le minacce sono continuate anche dopo il rogo, perpetrate a volte con l’ausilio di un arma o di un coltello; questa volta i tre pretendevano 600 dai loro connazionali per permettere loro di occupare con i rispettivi nuclei familiari i container nuovi installati nel campo nomadi dal Comune di Latina, dopo l’incendio delle 12 baracche.

Dopo gli accertamenti è stata inviata così l’informativa alla Procura della Repubblica di Latina la quale avanzava la richiesta al Gip del tribunale di emettere le ordinanze di custodia cautelare. Richiesta che, dopo essere stata accettata, ha permesso di arrivare agli arresti di oggi. Il reato che viene contestato ai tre è di estorsione aggravata in concorso.

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