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Cronaca

“Nel Pontino donne lontane dalla parità”, Stefania Pascucci e l’8 marzo

Intervento della consigliera di Parità della provincia di Latina che mette in luce dati allarmanti sulla realtà femminile nel mondo del lavoro e della rappresentanza istituzionale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LatinaToday

Sono più istruite, più qualificate, ma sono più disoccupate, meno occupate e più licenziate degli uomini. La diseguaglianza di genere non lascia intravvedere trend positivi. Alta la disoccupazione che supera i centomila iscritti. Le rappresentanza istituzionale femminile? Su 33 comuni 30 sono guidati da uomini. Solo i comuni di Sermoneta, Roccasecca e Roccagorga sono amministrati da donne sindaco. “Le istituzioni locali hanno enormi responsabilità: devono adempiere alle leggi sulla parità tra uomo e donna: è troppo grave lo scarto tra applicazione della legge e realtà”, dichiara la consigliera di Parità Stefania Pascucci.

“Le donne non sono il problema dell’occupazione ma la soluzione”. Parla così la consigliera di Parità della provincia di Latina, Stefania Pascucci, parafrasando le dichiarazioni di Violeta Neubauer, del Comitato Onu per l'eliminazione delle discriminazione nei confronti delle donne, che vigila sull'applicazione dell'omonima convenzione internazionale, la Cedaw. I punti critici, individuati dalla Piattaforma Cedaw a livello nazionale sono diversi: lavoro e welfare, tratta e prostituzione, stereotipi e rappresentanza politica, violenza, diritti sessuali e salute riproduttiva.

“Possiamo trasferire gli stessi punti anche sul territorio pontino – continua la consigliera di Parità – senza paura di smentita. Per quanto riguarda lavoro e occupazione femminile i dati ufficiali prodotti dal centro per l’Impiego per tutta la provincia di Latina rappresentano un quadro più che allarmante. I dati aggiornati al 2010. La disoccupazione totale: risultavano iscritti al 31/12/2010 112.553 disoccupati, di cui il 56,7% donne e il 43,2% uomini. Dunque, quasi due terzi della disoccupazione nella provincia di Latina è donna. Non migliora la situazione per l’occupazione di genere femminile, anzi peggiora. A tempo indeterminato sono state assunte donne solo per il 6,9% sul totale degli avviamenti (130.990), mentre i maschi assunti con lo stesso contratto sono stati il 10,7%. Il contratto più usato dalle aziende private e pubbliche per assumere è quello a tempo determinato, tra questi anche il contratto di apprendistato, che rappresenta l’82,2% del totale. In questo caso la situazione occupazionale per sesso si ribalta. Ad essere maggiormente assunte con un contratto “precario” sono le donne su 107.780 avviamenti con contratto a tempo determinato il 44,4%. Gli uomini con lo stesso contratto sono il 37,8%".

"Inoltre, dulcis in fundo, per quanto riguarda i licenziamenti sempre alla componente femminile spetta il triste primato. Sono state licenziate il 51,4% delle donne pontine, rispetto al 48,5% degli uomini. Eppure per quanto riguarda il titolo di studio sono le donne a salire sul podio della cultura. I dati disaggregati per titolo di studio tra maschi e femmine segna una linea di confine piuttosto marcata tra i due sessi. Le donne disoccupate con diploma sono il 20% contro il 13% degli uomini, è laureata il 3,8% dell’altra metà del cielo contro l’1,8 dei maschi sul totale degli iscritti ai centri per l’Impiego della provincia di Latina (112.553). Ma un buon 60% tra coloro che sono alla ricerca di lavoro hanno titoli di studio bassi (licenza elementare e licenza media)”.

Sul versante della rappresentanza istituzionale le donne che ricoprono la carica più importante, quella di sindaco, nel pontino sono solo il 9%. Sono tre in tutto: Sermoneta, Roccasecca e Roccagorga. Di contro un esercito di uomini, pari al 91% sono sindaci. Poche le donne nei rispettivi consigli e giunte. A Cisterna di Latina nemmeno una donna in giunta anche se lo statuto prevede pari opportunità tra il numero dei componenti. “Siamo in presenza di rituali processi di esclusione delle donne dai luoghi decisionali della politica, che pongono un problema urgente di interpretazione e di misure adeguate di contrasto" sostiene la consigliera di Parità.

Cura e conciliazione. Sul territorio gli asili nido sono inesistenti quelli pubblici, pochissimi quelli privati e anche ciò incide negativamente sulla partecipazione attiva delle donne. “Se si vuole costruire la parità in questo territorio si deve rendere più inclusiva la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e alle istituzioni. Le aziende devono ricorre di più agli incentivi per l’occupazione femminile e sui congedi di paternità obbligatori, sulla conciliazione tra lavoro e famiglia e la Direzione Territoriale del Lavoro vigilare sulle dimissioni in bianco”.

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