Filiera del pesca, controlli della Guardia Costiera in vista di Pasqua. Nel mirino anche i ristoranti
L’attività della Guardia Costiera di Gaeta ha interessato anche il circuito della grande distribuzione, la filiera della commercializzazione e le fasi di cattura, sbarco e prima immissione sul mercato del prodotto ittico
Sono stati intensificati in vista delle festività pasquali i controlli da parte della Guardia Costiera di Gaeta sulla filiera della pesca, con il principale obiettivo di tutelare il consumatore finale e per contrastare lo sfruttamento illecito delle risorse marine.
Nelle prime giornate della settimana un nucleo ispettori pesca ha effettuato mirati controlli presso alcune attività di ristorazione, prevalentemente nelle zone dell’entroterra principalmente orientati alla verifica della provenienza, tracciabilità e conservazione dei prodotti ittici detenuti. Durante l’attività in un ristorante etnico nella zona del frusinate è stato rinvenuto prodotto ittico di incerta provenienza che è stato sottoposto a sequestro amministrativo. Al gestore sono state contestate sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di circa 4.000 euro.
Particolare attenzione è stata posta anche al circuito della grande distribuzione, dove i controlli sono stati prevalentemente tesi all’individuazione di eventuali ipotesi di frode nell’attività del commercio. “Non sono rare, infatti - spiegano dalla Capitaneria di Porto -, in concomitanza delle festività le situazioni in cui si procede alla vendita di prodotti ittici di minor pregio presentandoli come specie di maggior valore commerciale (es. molva venduta come baccalà). Tali verifiche allo stato non hanno dato riscontri positivi”.
I controlli, oltre che sulla filiera della commercializzazione, si sono concentrati anche sulle fasi della cattura, dello sbarco e della prima immissione sul mercato. In particolare le motovedette hanno effettuato mirati controlli tesi a verificare il corretto utilizzo degli attrezzi da pesca, onde scongiurare l’impiego di sistemi ed attrezzi vietati dalla normativa di settore. È stata inoltre posta particolare attenzione sul rispetto delle zone di mare interdette alla pesca a strascico e delle zone di ripopolamento degli stock.
Inoltre, all’esito di un’analisi incrociata delle informazioni disponibili tramite i diversi data base in cui confluiscono i dati delle catture e delle note di vendita e sulla scorta delle indicazioni tratte dai sistemi di monitoraggio del naviglio peschereccio di cui dispone il Corpo delle Capitanerie di porto, è stata accertata e sanzionata la condotta di un operatore per violazione delle norme che prevedono il divieto della pesca di determinate specie (nello specifico pesce spada) in specifici periodi dell’anno (periodo gennaio-marzo). Al trasgressore è stato contestato un verbale di illecito amministrativo per cui è prevista una sanzione di circa 2.500 euro.
I controlli proseguiranno anche nelle prossime settimane.