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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Fondi

Fondi, un tesoro archeologico scoperto e sequestrato in una villa. Parlano gli esperti

L’operazione dei carabinieri. L'archeologo De Bonis: “Le opere abbracciano un arco di oltre mille anni”. Francesco Di Mario della Soprintendenza: “L'importanza dei reperti porta a prendere in considerazione una rivalorizzazione del Museo Civico”

Fa parlare l’importante sequestro di reperti archeologici operato dai carabinieri della locale Tenenza nella giornata di venerdì 12 marzo a Fondi. Quello che è apparso come un vero e proprio tesoro archeologico è stato rinvenuto nel giardino e all'interno di un'abitazione privata nell'ambito di un'operazione volta a prevenire i fenomeni predatori.

Gli uomini diretti dal sottotenente Emilio Mauriello e dal capitano della Compagnia di Terracina Francesco Vivona, a seguito della segnalazione di un tentato furto, stavano perlustrando la residenza quando si sono imbattuti in un autentico museo. Immediato il sequestro dei beni archeologici nella giornata di ieri trasportati presso il Museo Civico di Fondi dove sono attualmente custoditi sotto la responsabilità del direttore della struttura Alessandro De Bonis, nominato custode giudiziario ed esperto per la valutazione.

A seguire le delicate operazioni di trasporto e deposito gli assessori Vincenzo Carnevale e Claudio Spagnardi. La Soprintendenza, nella persona del responsabile di zona Francesco Di Mario, si è subito messa a disposizione e al lavoro per catalogare e studiare busti, capitelli, anfore e persino un sarcofago, nel complesso risalenti a diverse epoche storiche. Lunghissima la lista dei reperti rinvenuti tra i quali spiccano alcune opere di grandi dimensioni: un busto di età romana verosimilmente raffigurante l'imperatore Galba, un busto di marmo bianco, due capitelli di cui uno in stile ionico (uno in giardino uno negli interni), elementi marmorei decorati di rilievo, un piccolo sarcofago, blocchi architettonici e lastre di pietra lavorati a gradina, una edicoletta votiva, diverse anfore, alcune delle quali del tipo “ Dressel”, un rilievo con scene danzanti, due iscrizioni

“Sono giorni di studio intenso – spiega il direttore del Museo Alessandro De Bonis, anche perito per la valutazione dell'intero tesoro archeologico messo sotto chiave – ci sono infatti opere romane dell'età repubblicana e imperiale ma anche elementi ceramici del periodo medievale. Stiamo ancora approfondendo ma, da un primo studio, emergono spunti interessanti per ricostruire l'evolversi del contesto culturale dall'età romana all'età tardo antica, fino al periodo medievale. Quanto rinvenuto nella villa è, sostanzialmente, uno spaccato della storia artistica locale relativa ad un arco temporale di oltre mille anni. Particolarmente interessanti le due iscrizioni sulle quali sono in corso ulteriori approfondimenti”.

La proprietaria della residenza, denunciata per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, è stata tuttavia molto collaborativa con le forze dell'ordine e con gli esperti. Grande soddisfazione per il ritrovamenti dei reperti è stata espressa anche dal responsabile di zona della Soprintendenza Francesco Di Mario. “I rinvenimenti degli ultimi mesi hanno notevolmente arricchito la collezione del Museo Civico – commenta – e questo porta a prendere in considerazione una rivalorizzazione della struttura museale dato che i nuovi reperti acquisiti negli ultimi mesi, oltre ad essere molto numerosi, sono anche di grande pregio”.

Alle parole del soprintendente fa eco l'appello del sindaco Beniamino Maschietto e dell'assessore alla Cultura Vincenzo Carnevale che invitano i cittadini a consegnare alle autorità eventuali reperti storici, evitando ripercussioni penali e conseguenze spiacevoli. “Ancora una volta - aggiungono - ringraziamo i carabinieri e la Soprintendenza il cui lavoro congiunto ha consentito di recuperare reperti antichissimi e, allo stesso tempo, di riportare alla luce frammenti della storia millenaria della nostra città. Il responsabile di zona della Soprintendenza Francesco Di Mario e l'archeologo nonché direttore del Museo Alessandro De Bonis da giorni sono al lavoro per ricostruire la storia di ogni singolo reperto. Si tratta, sostanzialmente, di un interessante spaccato di storia romana e medievale locale che ci auguriamo di poter presto conoscere meglio e condividere con la città”.   

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