rotate-mobile
Cronaca

Cittadino vessato dall'Agenzia delle entrate: una sentenza annulla il pagamento di oltre 30mila euro

Il tribunale di Cassino ha messo fine all'odissea vissuto da un uomo di Formia, assistito da Confconsumatori

E’ terminata con una sentenza emessa nel maggio scorso dal tribunale di Cassino l’odissea di un cittadino di Formia al quale l’agenzia delle entrate e riscossione aveva chiesto il recupero di oneri previdenziali non dovuti per 33mila euro, con la minaccia di iscrizione di un’ipoteca sulla casa familiare.

I fatti sono stati resi noti da Confconsumatori di Latina e risalgono al 2016, quando l'agenzia delle entrate notifica all'utente una intimazione di pagamento e una comunicazione preventiva di iscrizione ipotecaria riferita a ruoli emessi da vari enti, tra cui l'Inps, per il recupero di oneri previdenziali. Il consumatore ha quindi presentato istanza di sospensione dell’intimazione di pagamento e del preavviso di ipoteca poiché quanto veniva richiesto risultava essere ormai prescritto. "Successivamente le cartelle sono state sospese ed eliminate dall’estratto ruolo del debitore sino al 2020 - spiega ancora Confconsumatori in una nota - quando improvvisamente, e senza che fosse mai stata notificata alcuna comunicazione di rigetto delle istanze di sospensione,  l'agenzia delle entrate e riscossione reinseriva sul ruolo del contribuente tutte le cartelle facenti capo all’Inps per una somma complessiva di oltre 33.000 euro, compresi gli interessi successivi". Il cittadino ha quindi cercato di nuovo di trovare una soluzione e risolvere amministrativamente la questione presso l’ufficio territoriale di Formia. Quest'ultimo però ha risposto con un rigetto dell’istanza, riferendosi a una presunta comunicazione già trasmessa nel 2016 senza riuscire a fornire prove di dell'avvenuta comunicazione. "A questo punto - continua la nota - dopo vari altri tentativi di risoluzione della controversia il consumatore si è visto costretto, per evitare una iscrizione di ipoteca sulla propria abitazione, a proporre ricorso al tribunale di Cassino nei confronti dell’Inpse dell’agenzia delle entrate, che nemmeno si costituiva in giudizio, con l’assistenza dell’avvocato Franco Conte, responsabile provinciale della Confconsumatori Latina".

L'odissea si è poi conclusa a maggio. "Il tribunale di Cassino - spiega poi il legale - ha provveduto a dichiarare l’intervenuta estinzione di diritto dei crediti contributivi di cui agli atti impugnati ai sensi della legge 228 del 2012. Questa legge del 2012 prevede proprio una tutela specifica per le cosiddette cartelle pazze dando la possibilità di richiedere in autotutela la sospensione delle cartelle irregolari con il rispetto di tempistiche ben precise entro cui rispondere ovvero i 220 giorni dalla istanza. Se l’Ente impositore non risponde si perfeziona un silenzio assenso su quanto richiesto dal contribuente e nulla può più essergli richiesto. Il nostro assistito ha ottenuto quindi una sentenza di accertamento della estinzione del diritto con relativa condanna al pagamento delle spese legali a carico dell’Inps e dell’agenzia delle entrate riscossione, ma tale estinzione era operativa già in forza della normativa vigente e gli enti interessati avrebbero dovuto provvedere all’annullamento in autotutela evitando di perseguitare per anni il malcapitato di turno e facendogli pagare anche il prezzo della loro inefficienza, ci auguriamo per il futuro che la pubblica amministrazione sia più efficiente non solo quando deve riscuotere i propri crediti ma soprattutto quando deve verificare la loro regolarità e agire quindi di conseguenza anche in autotutela senza che il contribuente sia costretto a rivolgersi alla magistratura".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cittadino vessato dall'Agenzia delle entrate: una sentenza annulla il pagamento di oltre 30mila euro

LatinaToday è in caricamento