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Cronaca

Furti di auto di lusso nel centro Italia: scacco ai due ladri in trasferta

Le indagini dei carabinieri di San Giovanni Valdarno in provincia di Arezzo hanno portato a due uomini residenti a Cisterna ed Ardea; indagato un terzo. Il gruppo di professioni in azione in diverse regioni

Dalla provincia di Arezzo hanno portato fino nel basso Lazio, e ancor più nel territorio pontino. le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno con cui è stato disarticolato un gruppo dedito ai furti di auto di lusso in tutto il centro Italia. Un gruppo di professionisti che hanno messo a segno diversi colpi non solo in provincia di Arezzo ed in altre della Toscana, ma anche dell’Emilia Romagna e i cui movimenti, come accertato dagli investigatori tra la fine del 2020 ed i primi mesi del 2021 hanno riguardato anche i territori di Abruzzo, Marche ed Umbria. 
Al termine delle indagini è scattata oggi l’operazione “Driver" con cui i militari hanno dato esecuzione due ordinanze di applicazione dell'obbligo di dimora effettuando anche diverse perquisizioni. Nel mirino sono finiti due uomini residenti uno a Cisterna ed il secondo ad Ardea.

L’ultimo furto

Com riporta ArezzoNotizie, tutto è iniziato nella serata del 4 dicembre scorso a Faella, piccola frazione di Castelfranco Piandiscò, in provincia di Arezzo: muovendosi con il favore dell'oscurità, i ladri si erano introdotti presso uno stabilimento di una pelletteria locale e, noncuranti della presenza di alcuni dipendenti e del circuito di videosorveglianza, con determinata spregiudicatezza erano riusciti a rubare un Landrover Range Rover Sport (del valore di circa 70mila euro), a bordo del quale erano fuggiti a grande velocità. Da qui sono partite le indagini del Nucleo Operativo e Radiomobile che si è trovato sin da subito difronte ad una difficoltà inaspettata: sebbene l’auto rubata fosse dotata di impianto di localizzazione gps interrogabile anche da remoto, la sua traccia sui monitor si era interrotta dopo poche centinaia di metri, per scomparire poi nel nulla. Impossibile, quindi, localizzare la posizione dell'autovettura rubata.

Era un evidente indizio dell’organizzazione del gruppo formato da professionisti muniti di apparecchiature sofisticate, appositamente programmate per inibire i segnali radio e gps. Venuto meno il supporto tecnologico, gli investigatori, con il supporto dei colleghi della Stazione di Castelfranco Piandiscò, hanno concentrato gli sforzi nell'esecuzione di indagini “classiche”, incentrate su un minuzioso sopralluogo sulla scena del crimine, sull'analisi delle immagini immortalate dai circuiti di videosorveglianza dello stabilimento e degli esercizi limitrofi, sulle indicazioni riguardanti le targhe delle auto utilizzate, desunte anch'esse dalle telecamere presenti sul territorio e dalle dichiarazioni dei testimoni.

Le indagini

La svolta è arrivata proprio dall'auto utilizzata dai ladri per recarsi sul luogo del furto e per allontanarsene; i successivi accertamenti hanno portato gli investigatori a concentrare i propri sforzi tra la parte sud della provincia di Roma e la provincia di Latina, il resto lo hanno fatto ancora una volta le indagini “classiche” tra cui l'analisi dei tabulati di traffico telefonico e delle celle radio-base, nonché servizi di osservazione, controllo e pedinamento degli indagati. Così è stato arricchito il quadro indiziario: per gli investigatori oltre al furto di Faella, hanno styretto il cerchio svariati altri colpi, tutti accomunati dal medesimo modus operandi, e tutti aventi ad oggetto auto sportive di grossa cilindrata, perlopiù Range Rover Sport (in 4 dei casi ricostruiti), ma anche Audi Q-5 e Bmw X-6.

Le perquisizioni

Nei giorni scorsi uno degli indagati, sottoposto a perquisizione veicolare, è stato trovato in possesso di un disturbatore di frequenze e di un 'inverter' di corrente per la sua alimentazione, confermando così la tesi dei carabinieri riguardo lo spessore delinquenziale del gruppo criminale costituito da 3 soggetti, tutti originari del basso Lazio, veri e propri trasfertisti professionisti del crimine, dotati delle competenze tecniche necessarie all'utilizzo di apparecchiature per clonare i codici centralina e per impedire la localizzazione gps delle autovetture rubate.

L’operazione

L’operazione di oggi, condotta sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Arezzo, ha portato i carabinieri della compagnia di San Giovanni Valdarno a notificare due provvedimenti di obbligo di dimora nei confronti di due dei principali indagati, per i quali sono stati ravvisati gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione dei furti. I due d'ora in poi non potranno uscire dai territori di Ardea e Cisterna, dove risiedono. Il terzo indagato è stato invece destinatario di un decreto di perquisizione, finalizzato ad incrementare ulteriormente il quadro indiziario.
 

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