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Cronaca Formia

Rifiuti tossici: caso Schiavone ed ecomafia, parla la senatrice Capacchione

Dopo le dichiarazioni dell'ex boss di camorra, la senatrice intervistata durante un incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Formia, fortemente voluto dall'amministrazione comunale

Fanno ancora discutere le parole dell’ex boss di camorra, Carmine Schiavone, circa la presenza di rifiuti tossici interrati anche nella provincia di Latina. E proprio delle rivelazioni del pentito, la sua attendibilità; il passato, il presente e il futuro delle ecomafie a cavallo tra le due sponde del Garigliano ed oltre, fino a Latina, con lo spettro dei fusti tossici interrati sotto la discarica di Borgo Montello e i rischi per la salute legati alla centrale nucleare di Borgo Sabotino si è discusso a Formia durante le oltre due ore di incontro, in una sala Ribaud gremita fino all’ultimo, con la senatrice Rosaria Capacchione.

Intervistata da Nello Trocchia, giornalista de “Il fatto quotidiano”, la senatrice ha offerto una visione in contro-tendenza rispetto alla “vulgata” delle ultime settimane; un evento fortemente voluto dall’amministrazione comunale, dal delegato alla Legalità Patrizia Menanno e dal sindaco Sandro Bartolomeo, autore dell’intervento conclusivo.

L’intervista di Nello Trocchia a Rosaria Capacchione.

Sono settimane particolari, le dichiarazioni di Schiavone sul presunto interramento dei rifiuti tossici hanno avuto grande eco nei media nazionali determinando un clima di generale sconcerto e preoccupazione. Da decenni ti occupi di cronaca nera, sai quanto questa vicenda ha mortificato la sua terra, quanto ha condizionato la vita di intere generazioni. L’ex pentito ha ricominciato a parlare, stavolta pubblicamente, rivolgendosi a telecamere e taccuini. Ha richiamato cose già dette nel corso della sua collaborazione, talvolta con un alto livello di approssimazione. Il tuo pensiero...
Partiamo dalla sentenza del maxi-processo Spartacus. Sentenza, ricordo, definitiva. Carmine Schiavone è stato il primo collaboratore di giustizia del clan dei casalesi ma senza l’apporto di altri pentiti, le sue dichiarazioni non avrebbero portato alla condanna di nessuno. Si è attribuito un ruolo di primo piano nell’ambito del clan e si è accusato di decine di omicidi. Di fatto, il processo Spartacus lo ha dichiarato colpevole di un solo delitto e lo ha condannato come partecipe del sodalizio, non come figura apicale. Era il 16 maggio del 1993 quando iniziò a collaborare. Per un paio d’anni rese dichiarazioni “originali”, all’epoca non c’era ancora il limite dei due mesi. Era molto generico. Quando è sceso nei particolari, le sue rivelazioni non hanno mai trovato riscontro. Ha accusato politici, poliziotti, carabinieri, magistrati, imprenditori, chiunque. Sono stati tutti processati e in buona parte assolti. Chi è stato cgondannato, lo è stato in virtù di dichiarazioni rese da altri. Faccio l’esempio di un sottoufficiale dei carabinieri, condannato a 9 anni. Decisive sono state le dichiarazioni, queste sì riscontrate, del pentito Dario De Simone. Il merito di Schiavone è d’essere stato il primo casalese a collaborare con la giustizia ed il primo a parlare del business dei rifiuti tossici. Ma quello che dice non è oro colato. Un anno fa è stato denunciato per smaltimento dei rifiuti su un terreno da lui gestito. Al suo interno sono stati trovati fanghi provenienti da lavorazione industriale. Lo si è scoperto grazie alle dichiarazioni del pentito Vargas, lui si era guardato bene dal farne menzione. La verità è che il problema dello smaltimento illecito dei rifiuti viene da molto lontano e coinvolge l’intero Paese. Se andate a scavare sotto gli aeroporti di Malpensa e Linate, se scendete in Toscana e Lazio, fino alla Sicilie, sotto i cantieri di autostrade, superstrade ed altre opere pubbliche, troverete rifiuti tossici e scarti delle industrie chimiche. Le imprese del nord e parlo di quelle solo perché è lì che ci sono le industrie, si sono sempre affidate a ditte esterne incaricate di smaltire a costo inferiore. E’ un fenomeno nato a fine anni ’70 che ha visto protagoniste tutte le regioni industriali: Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana. Quando si sono esaurite le discariche, i prodotti di scarto hanno preso la strada del Mezzogiorno. I contadini, i proprietari di terre del sud sono stati loro complici, questo dobbiamo dircelo. Nessuno è stato minacciato. Hanno preso soldi per interrare i rifiuti. Saviano con “Gomorra” non ha fatto altro che raccontare in forma narrativa quanto era stato già documentato dalla cronaca. Tutto partì da un caso di zoppia nel napoletano. Un contadino si ammalò e come lui l’intera sua famiglia. Fecero un’indagine e, messo alle strette, l’uomo ammise di aver sepolto rifiuti nel suo fondo. A fine anni ’80 il fenomeno era già conosciuto. Purtroppo non sappiamo quante tonnellate di rifiuti siano state illegalmente smaltite. Per fare una stima precisa, ci vorrebbe una doppia denuncia: quella di chi i rifiuti li ha prodotti e quella dei contadini che li hanno ospitati. Sappiamo dove sono le eco-balle, conosciamo le discariche para-legali nel giuglianese ma non conosciamo dove sono i rifiuti nascosti. Intere generazioni sono state complici di questo disastro. Nell’inchiesta “Madre Terra 2”, c’è un’intercettazione telefonica. Una ragazza impiegata in un falso impianto di compostaggio telefona alla madre. Parlano di cucina. “Mamma – dice - mica hai preso i broccoli da quella terra…” “No, no, lo so che quelli non sono buoni. Sono andata a prenderli a Mondragone”. Quante persone hanno visto dalla finestra di casa le file di camion che scaricavano di notte e non hanno comprato prodotti che sapevano contaminati? In quanti hanno preferito tacere, perché pagati, per paura o perché “tanto lì non ci vado…”? Quanti hanno visto e oggi fingono di scandalizzarsi, solo perché Schiavone racconta fatti noti a tutti. La memoria è corta, molto corta. Questo mi preoccupa. Parte di questa ipocrisia trova il suo sfogo su internet. Io sono una giornalista, una che usa il computer. Ma una cosa è certa: se non sai una cosa, sul web non la trovi. Le informazioni utili vanno cercate e non è un’operazione facile. I social network non sono la vita vera. Quando si tratta di cose serie e la salute lo è, non cercate sul web. Sarebbe come curarsi di cancro con un rimedio trovato su internet: finisce che muori. Stiamo parlando dell’Italia appestata da scorie e rifiuti tossici, non possiamo lasciare una materia così maledettamente seria nelle mani di un pentito che si dichiara abbandonato dallo Stato, quando dallo Stato ha percepito un milione e 863 mila euro. Carmine Schiavone è stato scarcerato a luglio e nel frattempo ha trovato il modo di prendersi 2-3 denunce. Guarda caso, le sue terre non le ha mai nominate, eppure anche quelle hanno ospitato rifiuti. Lui ha avuto il merito di accendere i riflettori e di questo lo ringraziamo. Non vorrei però che ora le bonifiche si affidassero ad imprese che già sappiamo appartenere alla camorra. Non vorrei che tutta questa operazione servisse a far decretare un altro stato d’emergenza con l’unico obiettivo di affidare la bonifica dell’inquinamento proprio a chi l’ha prodotto…

Quando partirono le prime denunce e quando furono scoperti i primi fusti?
Parliamo genericamente di rifiuti industriali. Iniziarono ad arrivare nelle nostre zone intorno al 1988 con la crisi delle discariche del nord. Renato Natale, all’epoca era consigliere d’opposizione a Casal di Principe. Presentò un’interpellanza in cui denunciava il ritrovamento di fusti di materiale sospetto, abbandonati lungo il fondo posto tra il terreno della Curia presa in fitto da Carmine Schiavone e i terreni di Dante Passarelli, industriale dello zucchero contiguo al clan dei casalesi. Questa interpellanza di cui scrissi risale al 31 luglio 1988. Nessuno rispose e questa è una fortuna perché il sindaco era il cugino di “Sandokan” Schiavone, uno che se le risposte le dà, le dà “definitive”. Vi racconto un altro episodio. Nel 1989 venne a trovarmi in redazione al “Mattino” Cipriano Chianese, descritto dalla Dda come imprenditore regista dell’ecomafia casalese. All’epoca non lo conoscevo. Me lo presentò una persona di cui mi fidavo. “E’ un avvocato” – disse. Chianese entrò vestito di gessato ma sotto la giacca  mi accorsi che portava una pistola. Prima che uscissimo dalla redazione, dissi a un collega di avvertire la Polizia perché sapesse con chi ero. Mi portò a vedere la sua discarica Resit con l’intento di dimostrare l’ecocompatibilità dell’impianto e la sua differenza con le discariche vicine. Mi portò a mangiare al ristorante “La lanterna”, a Villaricca, noto perché già sede di molte riunioni di camorra. Ogni tanto mesceva del vino nel mio bicchiere ed io non bevevo. Mi parlò della sua amicizia con Bardellino, mi chiese di scrivere bene della sua discarica e, ovviamente, non lo feci. Quando seppe dell’episodio, la Polizia mi redarguì pesantemente, spiegandomi che quell’avvocato in gessato era un pericoloso camorrista. Nel ’93 Carmine Schiavone iniziò a collaborare. Disse che i fusti erano stati interrati in cave di sabbia sulla spiaggia di Castelvolturno. Peccato che non aveva assolutamente idea di dove fossero, tant’è che furono trovati per caso in tutt’altro posto, risaliti in superficie dopo una piena del Volturno. Il resto non so se siano ancora interrati lì. Ci volevano 8 milioni di euro per la bonifica… In tutte le aree delle aziende di proprietà dei casalesi, sono state rinvenute grosse quantità di fusti. I fanghi prodotti dalle fabbriche venivano usati dai contadini come concime. Qualcuno era in buona fede, la maggioranza no. Se ti regalano del concime il minimo che puoi fare è insospettirti, no? Poi si scoprì che i fanghi contenevano cromo e cromo esavalente, sostanza potentemente cancerogena. Sono cose che sappiamo. Abbiamo una mappatura abbastanza precisa di quello che c’è. Ma non si può scavare sotto le autostrade o in tutti i posti dove i rifiuti sono stati smaltiti. La situazione è questa, anche nel Lazio. Intervenire è difficile.

Parliamo delle responsabilità della politica. C’è stata sottovalutazione colposa, quando non vera e propria connivenza…
Quella con Cosa Nostra non è stata l’unica trattativa. Secondo fonti mie, in parte confermate, dal 2003 al 2007-2008 c’è stato un accordo tra parti della politica, parti del Commissariato per l’emergenza rifiuti, gli apparati di sicurezza e il boss Michele Zagaria. L’obiettivo era una gestione “tranquilla” dell’emergenza rifiuti. L’ipotesi è stata confermata da Facchi, subcommissario per l’emergenza nel 2003 che fu sequestrato dagli apparati di sicurezza proprio qui a Formia. Altri consiglieri regionali sono stati avvicinati, altri invece furono compiacenti. La politica è stata molto cinica e questo a livello trasversale. Non ha voluto né vedere, né sapere. Talvolta ha strumentalizzato le cose, altre volte ha girato lo sguardo altrove. L’emergenza rifiuti in Campania, iniziata con Rastrelli e finita con Bassolino, ha fatto arrivare in Campania una montagna di soldi. Soldi che non sono stati usati per risolvere il problema. L’unico merito di Berlusconi, se così possiamo chiamarlo, è stato decidere nel 2009 che l’emergenza era finita. Così, all’improvviso. Ovviamente le cose non erano a posto ma almeno ha interrotto lo stillicidio di denaro. I finanziamenti europei sono tornati indietro perché il Commissariato non è stato in grado di effettuare le bonifiche. C’è molta confusione sull’argomento. Prendiamo la questione della “Terra dei fuochi”. Le analisi dicono che nel 90% dei casi il combustibile è il prodotto di rifiuti industriali, per lo più prodotti dai calzaturifici che fanno scarpe false, principalmente Hogan. Quei rifiuti non possono essere smaltiti legalmente. Devono per forza di cosa essere bruciati. Se compri scarpe contraffatte, alimenti la terra dei fuochi, queste cose vanno dette. E responsabilizzare la gente comune, quella che le scarpe false le compra, non vuol dire sottovalutare il problema… La verità è che bisogna affrontare le questioni in modo selettivo perché ogni problema ha una soluzione diversa. Mischiare tutto nello stesso calderone significa non avere voglia di risolvere un bel niente. Il discorso è ampio e va oltre l’Italia. In Germania orientale, ad esempio, il problema dello smaltimento illegale di rifiuti è ancora peggiore perché lì parliamo di discariche nucleari. Ilaria Alpi è morta proprio perché aveva scoperto un sistema complicato che coinvolgeva l’intera Europa occidentale. I rifiuti sono un problema strategico. Non si sa come e dove smaltirli e non è un caso che si scomodino i servizi segreti. Ci sono traffici con l’Africa e le regioni del mondo meno sviluppate. Rifiuti in cambio di armi. E’ un problema planetario che non può essere affidato alle farneticazioni del primo che passa.

La criminalità su questo territorio e il ruolo della società civile
Più Fondi che Formia. Non credo comunque che si debba gettare la croce solo sulle Istituzioni. Il “porcellum” fa schifo ma è anche vero che i cittadini votano e se lo fanno in un determinato modo, evidentemente vuol dire che a loro sta bene un certo tipo di sistema. A Caserta, mentre tanti negozi chiudono per via della crisi, aprono bar e grossi centri di ristorazione. Investimenti importanti, evidentemente fuori mercato. Scavi e ti rendi conto che sono riconducibili ai soliti noti. La camorra mette i soldi e questo, ancora di più in un momento come quello che viviamo, vuol dire lavoro e consenso. Le amministrazioni che fanno finta di non vedere queste cose sono complici. La cattiva politica è frutto dell’accondiscendenza a livello locale. Non tutti vengono minacciati: i cittadini votano certi personaggi perché garantiscono loro la precedenza in ospedale, un posto di lavoro, un favore edilizio.. Il basso Lazio non è diverso dalla Campania, almeno fino a Monte San Biagio. La stessa cosa vale per Fondi: certi personaggi non si votano da soli. Sono gli elettori a farlo.

Torniamo ai rifiuti. Sono stati sequestrati decine di milioni di euro a Cipriano Chianese. Liquidità che non può essere riutilizzare per le bonifiche perché la legge lo vieta. Che fare?
Il ministero dell’Ambiente ha dato incarico ad un giudice di Cassazione, persona serissima e grande conoscitore di diritto, di studiare la materia proprio con l’obiettivo di riscrivere il codice penale nella parte che concerne i reati ambientali. Speriamo si arrivi ad una soluzione, ma devono esserci le condizioni politiche. Penso anche ad Equitalia che fa un uso misterioso dei fondi provento di confisca. Ben 5 miliardi di euro vengono ripartiti secondo criteri che nessuno conosce. Personalmente, sono favorevole alla vendita dei beni confiscati che non hanno un uso immediato. A Casal di Principe ci sono 150 case confiscate. Dopo che ne hai impiegata una per la biblioteca, un’altra per il teatro, un’altra per servizi di carattere sociale, che altro puoi fare di quello sconfinato patrimonio? O vendi o demolisci. Sono molto pratica su questi argomenti. Dalla vendita dei beni confiscati si possono recuperare tanti soldi da usare per le bonifiche. Servono 300 miliardi e al momento non ci sono.

Il dibattito col pubblico: caso Tribunale di Gaeta, discarica di Borgo Montello e centrale di Borgo Sabotino
E’ stata poi la volta delle domande del pubblico. Il consigliere comunale di Formia Mattia Aprea ha chiesto alla senatrice delucidazioni sulla “sanguinosa” soppressione del Tribunale di Gaeta. Rosaria Capacchione ha confermato di aver chiesto al Guardasigilli di tutelare i comuni del sud pontino e di accorparli quanto meno al Tribunale di Latina. “Non ci hanno proprio calcolato – ha detto -. Stanno uccidendo anche il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il ministro della Giustizia ci ha preso in giro per sette mesi. Gli ho detto senza mezzi termini che stava facendo un regalo ai casalesi. Abbiamo fatto un’interrogazione parlamentare, niente”. Su domanda porta da una delegazione proveniente dal capoluogo, la senatrice Capacchione si è soffermata sulla vicenda dei presunti fusti tossici seppelliti nella discarica di Borgo Montello. “Schiavone è stato interrogato anche pochi giorni fa: ha detto di non essere in grado di riferire alcun posto preciso. Conosco bene la situazione di Borgo Montello. Non so cosa si possa trovare oggi perché è passato troppo tempo. Svuotare la discarica significherebbe crearne un’altra altrove. Ad ogni modo, non ci sono effetti evidenti di inquinamento. Per cui, non ci dovrebbero essere pericoli, sempre che Schiavone non abbia detto sciocchezze anche su Borgo Montello. Mi preoccuperei molto di più per i cavi dell’alta tensione vicino alla centrale di Borgo Sabotino. Non bisogna pensare solo ai pericoli che si nascondono sotto il terreno. Va fatta una mappatura molto più organica”. Quanto alla richiesta di desecretare gli atti della commissione antimafia nella quale fu sentito Carmine Schiavone: “Non c’è mai stato alcun segreto di Stato – spiega -, piuttosto un segreto investigativo perché su quei fatti pendevano delle inchieste penali. Ad ogni modo, la Camera ha dato il via libera, chiedendo però alla Direzione Nazionale Antimafia se esistono ancora indagini in corso sui fatti in questione. In caso contrario, gli atti saranno tranquillamente desecretati. Ma non diranno nulla in più di ciò che sappiamo. Ho partecipato a decine di scavi sulle indicazioni fornite da Carmine Schiavone e, come ribadito dallo stesso Cafiero de Raho, riscontri alle sue dichiarazioni non sono stati mai trovati”. 

La chiusura del sindaco Sandro Bartolomeo
L’obiettivo raggiuto questa sera è quello di aver cominciato a fare chiarezza. La consapevolezza è importante. E per farla crescere non serve il qualunquismo ma informazioni puntuali e competenti. Il resto è pura demagogia che non serve a nessuno, anzi è un regalo che facciamo alla camorra. Si è parlato di Cipriano Chianese. Lo conobbi nel 2005. Si presentò in Comune con abiti eleganti e fare distinto. Chiese un colloquio per sapere se il Comune gli avrebbe concesso la variante urbanistica. Aveva comprato il Marina di Castellone, oggi confiscato, e voleva trasformarlo in un centro residenziale. La discussione, partita con un certo garbo, salì di tono al punto che il buon maresciallo Belli che all’epoca lavorava alla mia segreteria, dovette intervenire avvertendo Chianese che se non se ne fosse andato avrebbe chiamato i Carabinieri. Chianese mi urlò contro, mi disse che aveva pagato l’immobile 5 miliardi e doveva farli fruttare. Ovviamente, non sapevo chi fosse. Gli spiegai che avrebbe dovuto rispettare la destinazione dell’immobile per come l’aveva comprato. Se ne andò furibondo e forse un po’ sorpreso. Non è gente abituata a sentirsi dire no. Il locale lo aveva comprato dallo stilista Gildo Cristian il quale, a sua volta, lo aveva acquistato da una famiglia formiana. Ricordo che la piccola e media borghesia formiana faceva la fila per assistere alle sfilate nel suo atelier. Una parte della borghesia di questa città non si schierava ed anzi si mostrava compiacente con criminali come Sorvillo. Atteggiamenti rischiosi perché è così che si sperimentano alleanze inaspettate. A questo serve un’informazione corretta: a renderci meno deboli, più consapevoli e coinvolti. Quanto ai danni prodotti dalle ecomagie, annuncio che sto per affidare la delega ad una dottoressa di questa città. La incaricherò di promuovere uno studio epidemiologico che definisca l’incidenza su questo territorio delle malattie tumorali e delle malformazioni congenite. Sono un operatore sanitario che ha lavorato anche in altri posti. Vi posso garantire che l’incidenza di alcuni disturbi è qui più alta che altrove. Fra un anno vogliamo potervi dire quanti sono i morti di tumore, dove vivevano, da quali patologie erano affetti. Il problema è che di questi argomenti disserta un sacco di gente che non sa di cosa parla. Su questo territorio le malattie della tiroide sono elevatissime. Ho fatto delle indagini: disturbi come questi prima non c’erano mai stati. La mia preoccupazione è che la centrale nucleare c’entri qualcosa con tutto questo. Vogliamo pensarci e farlo con un approccio scientifico. Lo stesso atteggiamento che dobbiamo avere con i fenomeni criminali: le informazioni vanno pesate tutte prima di essere divulgate. Vogliamo che Formia diventi un punto di riferimento anche per altri luoghi, un Comune che non delega di più agli altri. Le tematiche della salute non possono essere demandate solo alla Asl. Raramente ho visto un’assemblea così attenta come stasera, segno che l’argomento interessa, eccome. Perché il problema esiste, tutti abbiamo capito che c’è. Dobbiamo combattere se vogliamo averla vinta e siamo pronti a farlo fino in fondo, con il coinvolgimento di tutti quanti voi”.

Report completo dell’intervista alla celebre giornalista anti-camorra - a cura Simone Pangia, addetto stampa del Comune di Formia -

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