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Cronaca Gaeta

Inquinamento del golfo di Gaeta, in aula parlano gli ufficiali della Guardia costiera

Udienza del processo a carico di 18 titolari di attività di miticoltura accusati di avere smaltito irregolarmente in mare i retini

Nuova udienza questa mattina davanti al Tribunale di Cassino del processo per inquinamento ambientale a carico di 18 imprenditori e titolari o legali rappresentanti di concessioni per l'esercizio della mitilicoltura nel golfo di Gaeta accusati di aver smaltito irregolarmente, probabilmente riversandole sistematicamente in mare dopo l'utilizzo, un grande quantitativo dei retini multicolore utilizzati nelle varie fasi di accrescimento delle cozze frequentemente presenti su alcune  spiagge specialmente dopo una mareggiata, il tutto provocando un grave danno per l'ecosistema marino.  L’indagine, condotta dal procuratore della Repubblica di Cassino Luciano D’Emmanuele, erano nate in seguito all’esposto presentato dal Comune di Formia che segnalava il rinvenimento di una grande quantità di retini plastici ritrovati per lo più sulla spiaggia di Vindicio ma anche a Minturno e Gaeta nei mesi invernali del 2017.

“Legambiente è stata ammessa quale ammessa parte civile e per dare un segnale forte, si è costituita con il Presidente Nazionale Stefano Ciafani – ricorda Dino Zonfrillo Presidente del Circolo Comprensoriale Sud Pontino di Legambiente – così come il Comune di Formia”.

Nell’udienza odierna sono stati ascoltati alcuni ufficiali della Guardia costiera di Gaeta che avevano effettuato le indagini nell’ambito delle quali erano state fatte immersioni subacquee sui fondali del golfo dove sono gli allevamenti di mitili, poi il rinvio al 19 dicembre quando saranno chiamati a testimoniare i tecnici dell’Arpa Lazio.

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