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Il caso

Cetrone dopo la condanna accusa magistrati e giornalisti. Stampa Romana: “Attacco alla libertà e al lavoro dei colleghi”

L’ex consigliera regionale ritenuta colpevole di estorsione con metodo mafioso con esponenti del clan Di Silvio

Sono passate poche ore dalla sua condanna a sei anni e mezzo di reclusione per estorsione con metodo mafioso e contatti con esponenti del clan Di Silvio nell'ambito del processo "Scheggia", e l’ex consigliera regionale Gina Cetrone pubblica sulla sua pagina Facebook un lunghissimo post nel quale accusa magistrati, investigatori e giornalisti di avere costituito una “associazione per delinquere” ai suoi danni e in particolare parla di  “… giornalisti che si rinchiudono nelle stanze dei pm raccontando ciò che i pm vogliono far scrivere, senza riportare quanto dichiarato dai testimoni stessi della pubblica accusa…”.  

Accuse pesanti alle quali ha risposto l’Associazione Stampa Romana, sezione di Latina, esprimendo solidarietà “ai colleghi oggetto di un duro attacco sui social da parte dell’ex consigliera regionale del Pdl, Gina Cetrone, condannata in primo grado a sei anni e mezzo per aver, secondo la tesi dell’accusa sostenuta dalla Dda di Roma, chiesto l’aiuto ai clan mafiosi per la sua campagna elettorale a sindaco di Terracina. In attesa delle motivazioni con le quali i giudici l’hanno condannata, la Cetrone ha pubblicato (in maiuscolo, cioè urlando) un post sulla sua pagina Facebook con il quale accusa pesantemente poliziotti, pubblici ministeri, giudici e ovviamente i giornalisti che avrebbero allestito una “associazione a delinquere” per arrivare alla condanna nei suoi confronti.

I giornalisti si sarebbero “rinchiusi nelle stanze dei pm raccontando poi ciò che i pm vogliono far scrivere senza riportare quanto dichiarato dai testimoni stessi della pubblica accusa ovvero: estraneità degli imputati ai fatti contestati”. Il processo alla Cetrone – sottolinea ancora la nota di Stampa Romana - "è stato seguito da molte testate che hanno riportato con professionalità e puntualità quanto accadeva nell’aula. Il post della Cetrone si aggiunge a una lunga lista di attacchi alla libertà di stampa e al lavoro dei tanti cronisti che quotidianamente si impegnano, a volte rischiando anche per l’incolumità personale, per informare i cittadini. A loro  - conclude - va la solidarietà di Stampa Romana sezione Latina”.

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