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Sud pontino / Gaeta

Gioco d'azzardo, piaga nel sud pontino: spesa di 58 milioni su 164mila abitanti

I dati raccolti dall'Arcidiocesi di Gaeta. Eclatante il caso di Ponza: nonostante il reddito pro capite della popolazione sia il più basso tra i comuni della Diocesi, si attesta nelle prime posizioni nella classifica delle giocate pro capite

Il gioco d'azzardo rappresenta una delle cause di disagio economico e sociale di diverse famiglie residenti nei 17 comuni all'interno dell'Arcidiocesi di Gaeta (Ausonia, Coreno Ausonia, Santi Cosma e Damiano, Castelforte, Minturno, Spigno Saturnia, Formia, Ponza, Ventotene, Gaeta, Itri, Campodimele, Sperlonga, Fondi, Monte San Biagio, Lenola, Pastena), come rappresentato dai dati pubblicati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli relativi all’anno 2021.

Nei 17 comuni la media della giocata pro capite nel 2021 è stata di 2.919 euro. La componente telematica del 2021 è quasi raddoppiata rispetto a quella del 2020 ammontante a 1.108 euro; i giocatori hanno preferito usare il canale telematico anche se sono scomparse tutte le restrizioni di accesso alle sale gioco. Sul gioco fisico si è riscontrata una flessione di consumo dagli anni pre-pandemici a quelli post Covid, ampiamente compensata dal gioco on line; fa eccezione solo Ventotene, dove la giocata complessiva fisica del 2021, che ammonta a 516.471 euro, è addirittura superiore a quella del 2019. Se negli anni della pandemia c’è stato un freno al gioco fisico dovuto alla chiusura delle sale gioco, gli utenti sono andati alla ricerca di un sistema alternativo attraverso il gioco telematico creando una forte accelerazione nell’uso di questo canale. "Questa crescita vertiginosa del canale telematico  - spiega l'Arcidiocesi di Gaeta in una nota - è un vero nodo problematico poiché il gioco on line è fuori controllo dagli orari e regolamenti degli esercizi commerciali. L’incidenza media nel 2021 della giocata pro-capite sul reddito è stata del 17,9%, in netto aumento rispetto a quella del 2020 ammontante all’11,7% e praticamente doppia rispetto a quella dell’Italia equivalente a 9,5%".

Eì Formia il comune con la giocata pro capite più alta con 4.256 euro all’anno, seguita da Ponza con 3.435 euro, Fondi con 3.150 euro, Sperlonga con 2.941 euro, Minturno con 2.928 euro, Gaeta con 2.403. In sintesi, le puntate dell’azzardo sono così distribuite: per il canale fisico il 36% alle Slot machine, il 28% alle lotterie istantanee, il 23% al lotto, il 6% a quota fissa, il 4% al Superenalotto, il 3% a scommesse virtuali e il resto a marginali forme di scommesse; per il canale telematico l’83% a giochi di abilità, il 14% a quota fissa, il 2% a Betting Exchange e il resto a giocate non rilevanti. Eclatante il caso di Ponza: nonostante il reddito pro capite della popolazione sia il più basso tra i comuni della Diocesi, si attesta nelle prime posizioni nella classifica delle giocate pro capite.

In tutto il Paese il consumo di azzardo cresce, ma nei comuni della Diocesi di Gaeta molto di più, nonostante i redditi medi siano più bassi rispetto alla media nazionale. Rapportato al quadro nazionale, la situazione dei comuni ricadenti nell’Arcidiocesi di Gaeta è drammatica; è un territorio in overdose di azzardo dove la spesa effettiva (differenza tra giocate e vincite) è di 58 milioni di euro su una popolazione di appena 164 mila abitanti.

Per arginare questa “devastazione sociale” la Caritas diocesana di Gaeta prosegue il suo impegno di contrasto all’azzardo attraverso il Tavolo tecnico di lavoro, in collaborazione con la Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, Libera Presidio Sud Pontino, Cooperativa Osiride, Cittadinanza Attiva Comprensorio Fondi. Numerose sono state le iniziative realizzate come i convegni, le Tende del Buon Gioco nelle piazze, la sensibilizzazione nelle scuole con il supporto di esperti e psicologi, il networking con le amministrazioni, un centro di ascolto di orientamento alle strutture di trattamento e cura delle dipendenze. Da pochi giorni che la Caritas di Gaeta, per limitare le pesanti conseguenze di questa piaga sociale, ha chiesto ai vari sindaci dei comuni  la riduzione delle fasce orarie di apertura delle sale gioco rispetto a quelle previste dalla Regione Lazio, l’interdizione dal gioco ai soggetti in stato di manifesta ubriachezza e la separazione netta tra lo spazio dedicato agli apparecchi da gioco e gli altri ambienti degli esercizi. "Questi provvedimenti, se attuati con celerità - si legge in una nota - consentiranno la discontinuità nell’abuso di gioco e la limitazione dell’associare il gioco d’azzardo all’inalazione di tabacco e all’assunzione di alcolici, riducendo notevolmente le tre dipendenze e, comunque, limitando le condotte irresponsabili".

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