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Dopo il rogo / Borgo Montello

Incendio ad Al Karama, 87 evacuati. Diocesi: “Garantire loro una dignitosa sistemazione”

L’intervento guarda oltre la fase emergenziale determinata dal violento rogo di ieri al campo nomadi: “Urge quanto prima un serio, concreto e valido progetto che punti all’integrazione”

Anche la diocesi di Latina è intervenuta all’indomani del violento incendio che ha colpito nel pomeriggio di ieri, sabato 2 luglio, il campo nomadi Al Karama a Borgo Montello. “Siamo veramente rattristati per quanto accaduto” dichiara la diocesi attraverso una nota. 

Dopo il rogo di ieri che ha ha compromesso l’intero centro di via Monfalcone, infatti, sono 87 le persone che hanno dovuto lasciare la struttura e che sono state trasferite presso la ex Rossi Sud sulla Monti Lepini; tra gli sfollati anche 28 bambini e 5 donne in stati di gravidanza.

“Siamo grati al Signore perché non ci sono state vittime o feriti - aggiunge la diocesi -. Auspichiamo che le forze dell’ordine e gli specialisti dei vigili del fuoco facciano quanto prima chiarezza sulle cause dell’incendio, che dalle prime ricostruzioni non ufficiali sembra partito dai terreni circostanti il campo Al Karama. La diocesi pontina sin da subito si è attivata per il supporto necessario, e per questo ringraziamo i nostri operatori e volontari della Caritas diocesana e dell’Ufficio Migrantes, i quali coordinandosi con le Istituzioni pubbliche stanno fornendo agli sfollati per questi primi giorni i pasti, attraverso la nostra mensa cittadina di Latina, e ogni altra assistenza materiale. Analogo ringraziamento va alle Istituzioni pubbliche e al volontariato per quanto hanno fatto e faranno con professionalità per il soccorso e la sicurezza delle persone coinvolte nell’incendio”.

Ma la diocesi guida al futuro e va oltre la fase dell’immediata emergenza che viene gestita in queste ore. “Tuttavia - prosegue ancora la nota -, trascorsa la prima fase emergenziale, deve tornare al centro della discussione, nelle sedi proprie, oltre che nel dibattito pubblico, il tema della sistemazione di queste famiglie, che da troppo vivono nel degrado nel campo Al Karama. Attualmente queste persone sono sistemate nell’area ex Rossi Sud, ma urge quanto prima un serio, concreto e valido progetto che punti alla loro integrazione, nel rispetto della loro tradizione e cultura. D’altronde, molti dei ‘residenti’ di Al Karama, lavorano con regolari contratti, specie nell’agricoltura, provvedendo così al sostentamento delle loro famiglie. La loro dignitosa sistemazione sarà un passo importante per il superamento di una condizione di emarginazione e di degrado che sconta anche il pregiudizio di tanti”.


 

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