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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Software spia nelle Procure: l'inchiesta Exodus tocca anche a Latina

I dati finivano in un cloud di Amazon. Il sistema Exodus venduto anche a un'azienda pontina

Tocca anche la provincia di Latina l'inchiesta, partita dalla Procura di Napoli, su conversazioni intercettate dalle Procura di mezza Italia che, invece di rimanere sui server installati negli uffici giudiziari, finivano in Oregon su alcuni server di Amazon. L'indagine è seguita dal pool cybercrime di Napoli che ha indagato quattro persone e chiesto il sequestro di due società, la e-Surv di Catanzaro e la STM. La prima aveva realizzato il sistema spyware Exodus, la seconda lo aveva commercializzato. E lo strumento era finito in dotazione a numerose Procure italiane. 

Alcuni dettagli dell'inchiesta sono stati anticipati dall'edizione di Latina del Messaggero. Dalle carte emerge che la STM aveva venduto il sistema anche ad alcune aziende del Lazio, tra cui una di Latina (comunque non sotto indagine). Le società erano vincolate da un accordo che ne prevedeva il noleggio per le intercettazioni dell'autorità giudiziaria ma dai controlli effettuati è emerso che i dati erano finiti su un cloud di Amazon, non erano criptati e contenevano anche informazioni relative a soggetti non sottoposti ad indagine.

Le informazioni giudiziarie dunque, invece di essere stoccate nelle unità di storage installate delle Procure. venivano trasferite su un'area cloud di Amazon, illegalmente di esclusivo appannaggio della e-Surv. I quattro indagati sono infatti il rappresentante legale e l'amministratore di fatto di STM srl, e l'amministratore legale e il direttore delle infrastrutture di e-Surv. Agli indagati si contesta la violazione delle norme sul trattamento dei dati personali e la frode in pubblica attività.

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