Inchieste sui rifiuti, fare chiarezza: quali ripercussioni su Latina?
Fare luce sulle possibili ricadute negative delle inchieste in corso sulla gestione del servizio nel capoluogo; così il sindaco convoca il Tavolo Tecnico, mentre il Pd chiede un confronto in Consiglio comunale
Cercare di fare luce su quali possono essere le ripercussioni sul capoluogo pontino delle ultime inchieste sui rifiuti che, partite da Roma e Mialno, hanno coinvolto in qualche modo anche la provincia di Latina, con l’arresto ai domiciliari dell’amministratore delegato di Ecomabiente e Latina Ambiente Bruno Landi e di quello di Francesco Colucci, presidente di Unendo, socio privato proprio di Latina Ambiente.
E così, da un lato il sindaco Di Giorgi ieri ha convocato un Tavolo tecnico di supporto, istituito sin dall’inizio della consiliatura dal sindaco Giovanni Di Giorgi, per gestire le problematiche legate al ciclo dei rifiuti, dall’altro il gruppo consiliare del Pd chiede un confronto i Consiglio comunale per vagliare la situazione attuale della gestione dei rifiuti.
“Nel corso della riunione sono stati individuati una serie di approfondimenti che l’amministrazione ritiene importante acquisire, a fronte degli ultimi avvenimenti, attraverso i Cda delle società di settore, per proseguire il percorso di trasparenza e chiarezza intrapreso -si legge in una nota del Comune di Latina che arriva dopo il Tavolo tecnico convocato dal sindaco -. Gli approfondimenti, sostanzialmente, riguardano la verifica delle attività e procedure, anche al fine di valutare eventuali ripercussioni che gli ultimi avvenimenti potrebbero determinare sul territorio e sugli “assetti” societari".
“Alla luce dell’inchiesta romana sul ciclo dei rifiuti e di fronte all’arresto di personaggi che operano da anni nel settore della gestione dei rifiuti, alcuni anche nel capoluogo pontino, diventa necessario e improcrastinabile un confronto sul tema in Consiglio comunale” commenta invece il capogruppo del Pd in Comune.
“Le inchieste in corso – afferma De Marchis - pur non riguardando direttamente il comune capoluogo, impongono una riflessione al Consiglio comunale visto il coinvolgimento di personaggi di primo piano della Latina Ambiente, soggetto gestore del comune di Latina. Subito dopo l’inchiesta romana avevamo preso atto della volontà del sindaco Di Giorgi di avviare un confronto con la Regione e di relazionare poi in consiglio sulla base delle decisioni scaturite. Oggi, davanti all’accelerazione imposta dalle inchieste giudiziarie, riteniamo che il dibattito consiliare non sia più rinviabile, ma è un atto dovuto alla cittadinanza che da anni paga una delle tariffe rifiuti più alte d’Italia”.
“Il dibattito sulla Latina Ambiente – continua il consigliere democratico - ha occupato negli ultimi anni gran parte del tempo dell’assise comunale. In diverse occasioni e con documenti e mozioni consiliari abbiamo sostenuto la necessità di una risoluzione contrattuale trovandoci di fronte ad una maggioranza che ha fatto muro e che ha sempre difeso la società partecipata del Comune. Oggi riteniamo indispensabile riprendere il dibattito e confrontarci per verificare la reale situazione in cui versa la società, le possibili ricadute negative dell’inchiesta in corso sulla gestione del servizio e infine il percorso che ci separa dallo scioglimento della Latina Ambiente che dovrebbe avvenire il prossimo anno, un’analisi utile anche per valutare eventuali possibilità di risoluzione anticipata del contratto. Per questo – conclude De Marchis - è stata richiesta una riunione dei capigruppo per la convocazione del consiglio comunale e sabato mattina il gruppo del Pd presenterà formale richiesta di convocazione dell’assise”.