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Fondi, denuncia di Legambiente: inquinamento di Fosso S. Giovanni

Allarme lanciato dall'associazione che non solo segnala lo scarico di saponi chimici da parte di una ditta nel sito in questione, ma parla anche di un eventuale abuso edilizio dello stabile

Sembra non arrivare ad un punto di incontro la diatriba tra il Comune di Fondi e Legambiente a cui non è piaciuta la risposta del sindaco Salvatore De Meo circa i provvedimenti da prendere nella zona di Fosso San Giovanni

Il Fosso San Giovanni, infatti, risulta inquinato, forse a causa di uno scarico da parte di una ditta che effettua lavaggio industriale, come certificato dalle analisi delle acque da parte dell'Arpa Latina in cui risultano tensioattivi anionici, cioè saponi chimici.

Il 6 febbraio scorso, dopo diversi mesi dall'esito delle analisi dell'Arpa Latina che certificavano l’inquinamento del sito fondano, Legambiente Fondi chiedeva di conoscere i provvedimenti messi in atto dal Sindaco –in quanto garante della salute pubblica e della salvaguardia dell'ambiente naturale– sul caso in oggetto.

La risposta è arrivata circa cinque giorni dopo, e in essa il primo cittadino De Meo, anziché fornire risposte sull'inquinamento del Fosso San Giovanni, replicava di aver chiesto ulteriori analisi per monitorare l'area in oggetto ma soprattutto di aver chiesto una verifica puntuale per la “sorgente Acquazzurra”, situata a circa 300 metri di distanza dal fosso, dove i cittadini si recano per prelevare acqua potabile.

Una risposta che non ha soddisfatto Legambiente dal momento che "la Fonte denominata Acquazzurra - che oltretutto è un pozzo e non una sorgente come invece erroneamente si continua ad affermare - non dovrebbe correre alcun pericolo di inquinamento, per ora, essendo distante dal Fosso San Giovanni che invece risulta ancora essere danneggiato dagli scarichi della ditta" si legge in una nota.

Secondo le foto scattate durante l’ultimo sopralluogo di Legambiente nel pomeriggio del 11 febbraio  - dopo il comunicato stampa del Sindaco -, non sembra sia cambiato niente rispetto ai mesi precedenti: acque maleodoranti (nonostante il dilavamento causato dalle piogge dei giorni scorsi), non limpide e, dulcis in fundo, un bel tubo arancione probabilmente di scarico all’interno del Fosso, del quale continuiamo a chiedere conto.

Immagini che smentiscono anche quanto presente nella nota del sindaco in cui era scritto che “la ditta comunicava di non scaricare più alcun refluo nel fosso, convogliando le acque reflue in appositi serbatoi di stoccaggio per trattamenti presso impianti autorizzati”.

Infine, chiosa Legambiente “non è giunta alcuna risposta, invece, in merito al carattere puramente urbanistico, come Legambiente chiedeva nella nota del 24 ottobre scorso, sulla eventuale natura abusiva dello stabile in cui la ditta opera”.

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