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Sabato, 20 Aprile 2024
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Istoria di un'Anima: in scena Piero Morelli racconta l’Uomo Leopardi

Sul palco di Opera Prima il toccante monologo che racconta Leopardi: non solo le sue opere, ma i suoi sogni, le sue aspirazioni, la sua vita

Istoria di un’Anima, bio-dramma dall’opera di Giacomo Lepardi, è andato in scena sabato 7 marzo sul palco di Opera Prima: ennesima replica di grande successo dell’intenso monologo scritto, diretto e interpretato da Piero Morelli, docente, attore, regista e autore di Latina.

Una scena scarna accoglie lo spettatore: una scrivania piena di antichi tomi, un letterato intento a scrivere alla sola luce delle candele e il buio. Questo lo scenario in cui Piero Morelli racconta la vita, l’arte e le passioni di uno dei più grandi geni della letteratura mondiale: l’essenzialità e la povertà della scena si contrappongono alla forza, alla quantità e alla ricchezza delle parole con le quali il Leopardi di Morelli parla di se stesso.

Partendo dal progetto rimasto incompiuto di un’autobiografia, attraverso citazioni tratte dalle opere in prosa e in versi del poeta recanatese, lo Zibaldone e l’epistolario, Morelli ci permette di entrare nell’anima del Leopardi uomo: il suo infinito amore per la cultura, i suoi sogni, le sue speranze, la sua malattia, il rifugiarsi nello studio, la ricerca continua di amore, il suo attaccamento a particolari figure maschili e femminili, la delusione, il disincanto e infine il pessimismo e la morte.

Sebbene Leopardi non amasse essere annoverato tra gli autori romantici, la sua è una figura decisamente romantica negli intenti, nell’ardore e nella forza con cui ha sostenuto le sue idee e i suoi sentimenti nel corso della sua sfortunata vita; il testo di Morelli fa affiorare tutto questo fervore, questa indomita forza intellettuale, forse troppo grande per i suoi tempi, sicuramente troppo acuta per il piccolo borgo natio.

Uno spettacolo che scivola nel cuore dello spettatore, straripante di citazioni, con alcune parti in latino e in francese, mai pesante, che ripercorre tutta l’opera leopardiana, mostrando un profondo studio della sua produzione letteraria e soprattutto una visione emozionata ed emozionante del personaggio Leopardi.

Uno spettacolo che con naturalezza regala un quadro generale delle idee leopardiane: la teoria del piacere, il sentimento patriottico, la sua opinione sulla religione,  il dolore, la visione della natura e la luna, senza comunque dimenticare la fisicità di un animo grande che scalpita in un corpo deforme e malato.

Quasi fosse uno dei personaggi sul palco, Leopardi parla alla luna, che si concretizza in scena grazie all’utilizzo delle luci, lo accompagna e lo ascolta parlare, accarezza il suo viso come nessun altro ha fatto durante la sua vita, anche nel momento estremo della morte.

Morelli usa sapientemente i mezzi teatrali: le luci, gli effetti sonori (a cura di Andrea Grassi, fonico dello spettacolo) e la musica, per dare vita a uno dei protagonisti della letteratura italiana e mondiale, che i più di noi ricordano attraverso reminiscenze scolastiche banalmente come un poeta infelice, ma Morelli grazie al suo spettacolo trasmette a chi conosce poco Leopardi, tutto un universo di sentimenti e di passioni che fa del poeta recanatese più che un pessimista un uomo che ha sognato e sperato tanto e ricevuto dalla vita molto poco.

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