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Sabato, 20 Aprile 2024
Sanità

Approvato l'atto aziendale della Asl: si riprogramma l'offerta sanitaria sul territorio

La direttrice generale della Asl Silvia Cavalli: "Importante la nascita di un dipartimento a tutela delle fragilità, che inciderà sulla popolazione a forte disagio sociale"

E' stato approvato oggi, 30 novembre, dalla Conferenza dei sindaci l'atto aziendale della Asl di Latina. Il documento che contiene le linee guida dell'organizzazione dell'azienda sanitaria seguirà ora il suo iter, passando per la valutazione della Regione Lazio. Se sarà ritenuto conforme andrà in pubblicazione, se invece saranno necessarie ulteriori prescrizioni tornerà alla Asl per le modifiche indicate.

Proprio questa mattina, nel corso di un vertice convocato in prefettura sul covid, la direttrice generale della Asl Silvia Cavalli ha commentato così: "Ci sono stati diversi incontri di approfondimento che hanno fornito l’occasione di condividere le linee programmatiche, come è corretto che sia in una fase di ascolto dei bisogni delle diverse comunità. Ma poter chiudere nei tempi giusti l’atto aziendale, con cui viene definita l’organizzazione dell’azienda sanitaria e che costituisce dunque le gambe su cui cammina l’offerta sanitaria stessa, è motivo di grande soddisfazione”.

La direttrice generale sottolinea poi alcuni particolari aspetti del nuovo atto aziendale: "L'atto riprogetta l’offerta sul territorio – spiega – rafforzando la funzione dei distretti nell’ambito delle cure primarie della specialistica ambulatoriale e delle case della salute. Le case della salute diventeranno con il Pnrr le case della comunità e saranno il luogo della presa in carico della popolazione con patologie croniche, come lo scompenso cardiaco o il diabete. C’è poi la nascita di un dipartimento importante, che è quello della tutela delle fragilità che inciderà sulla popolazione a forte disagio sociale, economico, psichico e fisico, quindi sulla disabilità grave, sulla popolazione migrante, sulla tutela della donne e dei bambini e su molte altre categorie che richiedono un modello di presa in carico diverso e più vicino al loro bisogno di salute. In questo senso stiamo progettando dei modelli di risposta che possano tenere conto di tutti questi fattori e dell’esigenza di una cura diversa”. 

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