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Cronaca

Di Silvio in aula: "Non conoscevo Riccardo, Pugliese, Cetrone e Pagliaroli. Sono un povero zingaro"

Lallà risponde alle domande dell'accusa nel processo sugli illeciti nell’ambito della campagna elettorale per le amministrative di Terracina

“Non conoscevo bene Agostino Riccardo e Renato Pugliese, erano solo amici di mio figlio e li vedevo insieme vicino alla mia casa dove trascorrevano del tempo insieme ma io non li ho mai frequentati, sono ragazzi e io me ne stavo per i fatti miei con la mia famiglia. Non mi sono mai interessato di politica e non ho mai fatto attività di attacchinaggio per nessuno. Sono soltanto un povero zingaro e guadagnavo lavorando in un autolavaggio”.

Armando Lallà Di Silvio, in  video collegamento dal carcere nel quale è detenuto, risponde così alle domande del pubblico ministero della Dda Corrado Fasanelli nell’udienza del processo che lo vede imputato insieme all’ex consigliera regionale Gina Cetrone, l’ex marito Umberto Pagliaroli e al figlio Gianluca chiamati di estorsione, atti di illecita concorrenza, violenza privata, oltre ad una serie di illeciti nell’ambito della campagna elettorale per le amministrative di Terracina del 2016 con l’aggravante del metodo mafioso. Concluso il controesame del dirigente della Squadra Mobile Pontecorvo davanti al Tribunale presieduto da Caterina Chiaravalloti è quindi iniziato l’esame degli imputati. Il capoclan nega qualsiasi rapporto con i due collaboratori di giustizia e anche con la Cetrone e il marito specificando di non avere mai partecipato al lavoro di attacchinaggio dei manifesti elettorali della candidata così come sottolinea di non avere mai diviso i guadagni dei figli. “Quello che facevano i miei figli non lo so – ha detto – vivevano per conto loro con le mogli e i figli e non mi hanno mai dato soldi. Ho saputo chi erano la Cetrone e Pagliaroli solo quando ho ricevuto l’ordinanza di custodia cautelare ma non li ho mai conosciuti perché non vado a votare da trenta anni e non mi interessa la politica. E non sono mai stato a Terracina”.  Lallà ha negato anche qualsiasi contatto telefonico.

Si torna in aula il 17 maggio quando l’accusa ascolterà gli altri imputati prima di ascoltare l’ex parlamentare Pasquale Maietta la cui testimonianza è stata richiesta dalla difesa della Cetrone.

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