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Cronaca

La tentata estorsione di Maria Grazia Di Silvio il giorno dopo l'arresto dei figli

Operazione 'Status Quo', la donna pretendeva 2mila euro da un benzinaio di via Epitaffio già vittima di Angelo e Salvatore Travali

Dopo l’arresto dei figli Angelo e Salvatore Travali ha provato a continuare ad estorcere denaro ad un benzinaio come avevano fatto loro in precedenza, facendo rifornimento di carburante senza pagare.  

E’ uno degli episodi – oltre a quelli relativi allo spaccio di cocaina – contestati a Maria Grazia Di Silvio, finita in carcere con altre sei persone nell’operazione ‘Status Quo’ coordinata dalla Dda di Roma.

La donna a febbraio dello scorso anno, pochi giorni dopo l’arresto dei figli nell’indagine ‘Reset’ è andata dal gestore di un distributore di benzina di via Epitaffio e “con minacce e fare arrogante voleva farsi consegnare la somma di 2mila euro – si legge nell’ordinanza cautelare – senza però riuscire per la resistenza opposta dalla persona offesa”.

Secondo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma in tale comportamento si ravvisano le modalità mafiose essendosi avvalsa della “forza di intimidazione conseguente all’appartenenza alla famiglia Di Silvio-Travali e dalla condizione di assoggettamento e omertà derivanti dalla riserva di violenza patrimonio dell’associazione in ragione dello spessore criminale della stessa associazione riconosciuto sul territorio di Latina in relazione ai procedimenti penali che li hanno visti coinvolti per gravi delitti contro la persona”. Lo stesso benzinaio, come ricorda l’ordinanza cautelare citando la denuncia della vittima contenuta negli atti di ‘Reset’, era stato costretto con pesanti minacce da parte di Salvatore e Angelo Travali e Francesco Viola a effettuare rifornimenti di benzina gratuitamente a diversi componenti del clan. “Avrò dato loro tra i 7mila e i 10mila euro di carburante senza essere pagato” aveva raccontato agli investigatori. E il giorno dopo l’arresto dei figli Maria Grazia Di Silvio è tornata dal titolare del distributore chiedendogli se fosse stato lui a denunciare i familiari pretendendo del denaro. Poi al suo rifiuto è rientrata a casa e parlando con la figlia le dice: “Me tocca annacce con la pistola”. Ed effettivamente è tornata a pretendere 2mila euro che però non ha ottenuto.

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