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IL FATTO

Beni confiscati alle mafie, in provincia richieste per 22 proprietà tra appartamenti, box e terreni

La Conferenza dei servizi dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati ha esaminato le manifestazioni di interesse dei Comuni per il riutilizzo

Si è tenuta ieri la Conferenza dei servizi promossa dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati per assegnare 134 beni confiscati per reati di mafia e corruzione nel Lazio. Oltre alla Regione Lazio hanno partecipato l’Agenzia del Demanio, le Prefetture e i Comuni interessati. Sono stati esaminati ville, appartamenti, negozi, box e terreni che i Comuni e le varie articolazioni dello Stato potranno destinare per progetti di riutilizzo sociale, culturale e istituzionale. I beni sono così distribuiti: 39 a Roma e 26 nella sua provincia, 36 in provincia di Latina, 17 in provincia di Frosinone e 16 in provincia di Viterbo.

“Su 134 beni – spiega Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio - è stato manifestato un positivo interesse all’ utilizzo di 85 beni da parte dei Comuni e dall’Agenzia del Demanio per conto delle forze di polizia. Laddove sullo stesso bene si siano verificate più richieste il direttivo dell’ANBSC deciderà in funzione del progetto presentato. Un esito senza dubbio positivo della Conferenza con la necessità di un ulteriore approfondimento da parte di alcuni Comuni nelle province di Roma, Frosinone e Latina. Infatti se per i beni collocati a Roma il Comune e i Municipi hanno risposto positivamente per 31 beni su 39 e in provincia di Viterbo sono 15 su 16, in provincia di Roma 9 su 26, in provincia di Latina 22 su 36, in provincia di Frosinone 5 su 17 e in provincia di Viterbo 15 su 16. Oltre ai beni presentati esaminati oggi, in questi anni l’Agenzia ha destinato nel Lazio 847 beni. A Roma sono presenti 303 beni immobili confiscati di cui 232 assegnati al Comune, nelle province risultano 192 in quella di Roma, 208 a Latina, 107 a Frosinone, 30 a Viterbo e 7 a Rieti”.

“Da un nostro monitoraggio risulta che sono oltre 50 le realtà del terzo settore che nella nostra regione sviluppano progettualità sociale nei beni confiscati, affermando un principio importante di reciprocità tra riutilizzo sociale del bene, lotta alle mafie e sviluppo locale – conclude Cioffredi - Da una stima effettuata soltanto il 50% dei beni nel Lazio sono riutilizzati, mentre circa il 15% sono in fase avanzata di ristrutturazione e procedure di assegnazione. Una delle criticità principali che ha rallentato in questi anni l'effettivo riutilizzo dei beni confiscati è sempre stata la mancanza o insufficienza di risorse finanziarie necessarie per garantire la ristrutturazione e la riconversione dei beni immobili. Spesso i Comuni non hanno le risorse per ristrutturare gli immobili confiscati. La Regione Lazio in questi anni ha finanziato a Comuni e associazioni 48 progetti di ristrutturazione di beni confiscati ed entro febbraio ne finanzierà altri 30. Continueremo a fare la nostra parte ma servono risorse nazionali che purtroppo il Governo, come nel caso dei 250 milioni del Pnrr riserva solo alle Regioni del sud. Da questo punto di vista serve un cambio di rotta, perché ormai il 26% dei beni confiscati sono presenti nel centro nord a conferma dell’espansione delle mafie in tutto il Paese”.

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