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Cronaca

Bracciante picchiato e gettato nel canale, padre e figlio a processo a ottobre

Fabrizio e Daniele Tombolillo, titolari dell'azienda agricola, devono rispondere di estorsione, rapina e lesioni personali aggravate

Prenderà il via il 19 ottobre prossimo il processo a carico dell’imprenditore Fabrizio Tombolillo, 53 anni, e del figlio Daniele di 23, accusati di estorsione, rapina e lesioni personali aggravate ai danni di un bracciante di nazionalità indiana che lavorava nella loro azienda agricola di Terracina.

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina Pierpaolo Bortone, che nei giorni scorso aveva disposto il rinvio a giudizio, ha anche fissato la data della prima udienza davanti al secondo collegio penale presieduto da Francesco Valentini.

Padre e figlio, titolari della Orticola Tombolillo, lo scorso anno erano stati raggiunti per due volte da ordinanza cautelare – il padre ai domiciliari, il figlio con gli obblighi di firma - per avere picchiato selvaggiamente un lavoratore indiano che aveva chiesto di poter avere i dispositivi di protezione contro il Covid. Per tutta risposta l’uomo era stato licenziato e quando aveva chiesto di essere pagato per il lavoro svolto fino a quel momento era stato minacciato, preso a calci e pugni e poi gettato in un canale di scolo privo di sensi. Il 33enne come conseguenza dell’aggressione aveva riportato alcune ferite al capo riconducibili a un corpo contundente, fratture e lesioni personali in diverse parti del corpo.  Nel corso dei controlli  all’interno dell’azienda di Borgo Hermada erano emerse inoltre violazioni  alla normativa sul lavoro e lo sfruttamento della manodopera: i braccianti erano costretti a lavorare anche 12 ore al giorno, tutti i giorni della settimana, festivi compresi, senza riposo e senza congedi per malattia, in cambio di 4 euro l'ora e in busta paga veniva contabilizzato soltanto un terzo delle giornate di lavoro effettivamente prestate e nessuno era provvisto dei dispositivi a tutela della normativa di sicurezza e dell'igiene.

La vittima, accompagnata dal sociologo dell’Eurispes Marco Omizzolo, nel corso dell’udienza preliminare si è costituita parte civile gli avvocati Arturo Salerni e Silvia Calderoni.

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