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Cronaca

Braccianti in nero e senza disoccupazione nelle aziende sotto inchiesta, la Uil chiede l'intervento dell'Inps

La denuncia del segretario Giorgio Carra riguarda la Agri Fontanella coinvolta nell'operazione 'Job Tax'. "Vanno comunque riconosciute le giornate lavorate"

Ogni qualvolta un’indagine porta alla luce irregolarità commesse all’interno di aziende agricole – e questo sta accadendo con una certa frequenza in provincia di Latina – ci sono decine di lavoratori che proprio a causa del lavoro in nero non hanno diritto alla indennità di disoccupazione né a nessun altro ammortizzatore sociale. A farsi carico della posizione di decine di braccianti impiegati presso la Agri Fontanella di San Felice Circeo coinvolta nell’operazione ‘Job Tax’ è la Uila-Uil, che così come avvenuto anche per i braccianti della cooperativa Agri Amici di Sezze, sta inoltrando all’Inps le denunce individuali di omissione contributiva. 

“I braccianti si sono rivolti alla Uila per capire le ricadute delle malversazioni aziendali sul loro rapporto di lavoro – spiega il segretario nazionale della Uila-Uil Giorgio Carra – a questi lavoratori, che non hanno neppure ricevuto la loro retribuzione, l’Inps, a causa dell’evasione contributiva da parte dell’azienda per oltre mezzo milione di euro, non ha accreditato nessuna giornata di lavoro, né per il 2020 né per i primi quattro mesi del 2021, A seguito di questa scelta dell’istituto, quindi, i lavoratori non riceveranno la disoccupazione agricola, non percepiranno gli assegni familiari e, come se non bastasse, non potranno richiedere il bonus di 800 euro, previsto dal governo nel decreto sostegni bis per i braccianti con almeno 50 giornate lavorate nel 2020”. 

“Ancora una volta – prosegue Carra - il lodevole lavoro della Procura della Repubblica ha scoperchiato una situazione complessa e dai risvolti pericolosi per i lavoratori che sono rimasti senza lavoro e senza ammortizzatori sociali. Gli organi ispettivi, infatti, non hanno emesso le diffide accertative che avrebbero consentito loro di recuperare la differenza tra la retribuzione dovuta e quella effettivamente percepita.  Per porre rimedio a questa situazione - conclude Carra - abbiamo deciso di presentare le denunce per omissione contributiva e ci aspettiamo che l’Inps, a prescindere dall’effettivo versamento dei contributi da parte del datore di lavoro, proceda tempestivamente, come prevede la legge, a riconoscere i periodi di lavoro effettuati (ancorché sottopagati), accreditando a ciascun lavoratore le corrispondenti giornate di lavoro sulla loro posizione assicurativa. Solo così, infatti, i lavoratori potranno percepire indennità di disoccupazione, assegni familiari e bonus di 800 euro”. 

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