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Cronaca

Caso Karibu, il ministro firma il decreto: nominato un commissario liquidatore per la coop

La cooperativa era finita al centro di un'inchiesta sulla gestione dei fondi per l'accoglienza dei migranti. Dopo le ispezioni il ministero aveva proposto la liquidazione coatta

Dopo la proposta di liquidazione coatta per la cooperativa Karibu arrivata già dal ministero già lo scorso novembre, arriva ora l'ufficiale decreto di liquidazione con la nomina del commissario liquidatore. 

Il Mimit, Ministero delle Imprese e del made in Italy, ha adottato il decreto firmato dal ministro Adolfo Urso il 27 febbraio. Nello stesso decreto viene nominato Francesco Cappello commissario liquidatore. L'atto, che sarà pubblicato nei prossimi giorni in Gazzetta Ufficiale, è già efficace. Il caso delle cooperative Karibu e Aid, che sul territorio pontino si occupano dei progetti di accoglienza dei migranti, era scoppiato lo scorso autunno, a partire dalla vicenda sollevata dal sindacato Uiltucs relativa agli stipendi non pagati ad alcuni lavoratori impiegati dalle due coop. Da qui erano emersi sospetti sulla gestione dei fondi pubblici legati appunto all'accoglienza dei migranti e la procura aveva aperto un'inchiesta, seguita dalla guardia di finanza, che aveva portato a misure interdittive a carico dei membri del cda e a un sequestro preventivo per 650mila euro.

Parallelamente, la direzione generale Vigilanza sugli enti cooperative e società aveva disposto un'ispezione straordinaria che si era conclusa il 29 novembre. E in quell'occasione gli ispettori del ministero avevano proposto l'adozione dei provvedimenti di liquidazione coatta amministrativa per la cooperativa Karibu, ravvisando l'ipotesi di insolvenza della società che aveva debiti verso l'erario.

Dalla visura camerale aggiornata, si evincepoi  che l’ultimo bilancio depositato dalla cooperativa, riferito all’esercizio al 31 dicembre 2021, evidenzia una condizione di sostanziale insolvenza in quanto, a fronte di un attivo circolante di 1.484.139 euro, si riscontrano debiti a breve termine di 2.059.953 euro e un patrimonio netto negativo di - 50.540 euro, aggravato da ulteriori perdite risultanti alla data del 30 settembre 2022. Le attività di verifica hanno poi rivelato che la situazione di insolvenza ha portato al mancato pagamento di mensilità ai lavoratori, per cui pendono anche diverse vertenze che sono ancora all’esame dell’Ispettorato del Lavoro, nonché all’omesso versamento di contributi previdenziali e ritenute erariali.

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