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Cellulari a scuola, informativa in Procura sul caso del Majorana. La vicepreside: "Smarrito il senso della scuola"

Una studentessa si rifiuta di consegnare il suo smartphone e chiama i familiari. Una lite con il dirigente ha richiesto l'intervento della polizia

E' finito alla ribalta delle cronache nazionali il caso scoppiato al liceo scientifico Majorana di Latina, dove il preside Domenico Aversano ha vietato agli studenti di usare i cellulari in classe invitandoli a consegnarli all'inizio delle lezioni per poi riprenderli alla fine. Una studentessa si è però rifiutata di farlo e dopo aver preso alcune note ha chiamato i familiari, padre e fratello, che si sono precipitati a scuola. Ne è nata una lite con il dirigente, che si è recato anche al pronto soccorso per essere refertato e ha richiesto a scuola l'intervento della polizia riferendo di essere stato aggredito.

Gli agenti hanno quindi cercato di ricostruire la vicenda ascoltando il dirigente e altri testimoni e nella giornata di ieri, 18 ottobre, hanno inoltrato un'informativa in Procura sull'accaduto. Intanto, anche dopo la lite, i toni si sono alzati ancora e mentre il caso faceva il giro di tutte le testate nazionali il padre della studentessa ha rincarato la dose intervenendo su una chat e spiegando che la figlia si era rifiutata di consegnare il suo nuovo smartphone per timore che andasse perso o che potesse essere rubato e, come conseguenza, è stata minacciata di sospensione. Ricordiamo che nei giorni precedenti alla vicenda il dirigente aveva pubblicato una circolare chiara che si era resa necessaria in seguito a episodi di bullismo e cyberbullismo e a episodi scorretti nei confronti dei docenti dell'istituto. L'obiettivo insomma era quello di aiutare gli studenti a crescere, a fare a meno per qualche ora dei social e ad adottare un nuovo "stile", ispirato al dialogo con i coetanei e con i docenti.

Intanto, nell'edizione del Tg1 delle 20, ieri sera, è intervenuta la vicepreside del liceo Majorana Marina Santoro: "Abbiamo avuto diversi episodi dall'inizio dell'anno - ha raccontato - Arginare questa ondata negativa era il nostro obiettivo. Mi sento delusa, ci sentiamo di aver perso di vista il senso della scuola". Il preside, intervenuto al telefono, ha aggiunto: "Queste regole sono state adottate anche per tutelare gli studenti. I familiari si sono precipitati a scuola, hanno cominciato a inveire contro il sottoscritto e a spintonarmi. E' intervenuta la polizia e poi sono stati allontanati".

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