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Cronaca

Abusivismo all'ex Central Park della famiglia Crupi: inchiesta chiusa. Indagati due tecnici del Comune

Tra gli indagati due impiegati dell'ufficio condono, che avrebbero ricevuto denaro per le pratiche di condono edilizio

Chiuse le indagini preliminari legate al sodalizio criminale della famiglia Crupi, che faceva affari nel capoluogo pontino ed era affiliata alla cosca calabrese dei Commisso di Siderno. L'avviso di conclusione indagini, emesso dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, è stato notiicato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Latina a sette persone, a vario titolo accusate di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio in concorso. Tra gli indagati anche due impiegati del Comune di Latina.

Due anni fa il sequestro del Central Park

Il caso riguarda abusi edilizi del centro sportivo Central Park di Borgo Carso, un grande complesso riconducibile ai due fratelli Vincenzo e Rocco Crupi, finito sotto sequestro a maggio del 2017. Le indagini condotte dai carabinieri hanno consentito di accertare erano state alterate le richieste finalizzate ad ottenere il condono degli abusi edilizi insanabili del centro di Borgo Carso, di proprietà della società Effe4 di Rocco Natale Crupi, 53enne originario di Siderno, e quelle di un immobile di proprietà di una donna di 74 anni di Latina, G.M.

Gli impiegati del Comune coinvolti

Un geometra di Latina, D.G.R. 56 anni, funzionario dei condoni edilizi del Comune, era stato indotto a eseguire atti contrari al proprio ufficio evitando la rimozione degli abusi dietro il pagamento di 500 euro per ciascuna pratica di condono. L'ingegnere capo dell'ufficio condono e antiabusivismo del Comune di Latina, P.G., 54 anni, era stato invece corrotto per consentire l'ampliamento del motodromo all'interno del Central Park, pure in assenza dei permessi edilizi, in cambio della somma di 200 euro versata sul conto corrente di una società sportiva dilettantistica.

I sequestri patrimoniali, il processo, i traffici di droga

A maggio del 2017 il complesso sportivo venne sequestrato nell'ambito di una più vasta operazione che aveva portato al sequestro di un patrimonio di 30 milioni di euro della famiglia Crupi. A marzo di un anno fa si era concluso il processo di primo grado per la famiglia Crupi con sei condanne per 80 anni complessivi di carcere. Nel 2015 un'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma aveva scoperto un traffico di cocaina tra l’Olanda e l’Italia ad opera di alcune famiglie legate alla 'ndrangheta calabrese. Un filone partito da Latina, da quando gli investigatori dei carabinieri cominciarono a monitorare i fratelli Crupi, che si trovavano nel capoluogo pontino da circa un decennio e che a Borgo San Michele avevano costituito un’azienda florovivaistica, la Krupy srl, che era in realtà una base di importazione e smistamento dello stupefacente. Proprio attraverso la ditta è stato possibile, secondo gli investigatori, trasferire ingenti somme di denaro in Olanda per acquistare la cocaina. Lo stupefacente poi veniva occultato nei camion insieme ai fiori nei viaggi di ritorno verso l’Italia.

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