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Cronaca

"Donne, una rete per uscire dalla violenza": il convegno dell'Arma dei carabinieri e di Soroptimist

Oggi a Latina, presso la Curia vescovile, l'incontro sulla violenza di genere a cui hanno partecipato anche i ragazzi delle scuole della città

Si intitola "Donne, una rete per uscire dalla violenza" il convegno organizzato nella giornata di oggi, 9 marzo, presso la Curia, dall'Arma dei carabinieri in collaborazione con Soroptimist International Italia - club di Latina. Un'occasione di incontro per approfondire sotto ogni aspetto il tema della violenza di genere e per presentare alle generazioni più giovani la rete presente sul territorio, costituita dalle forze dell'ordine e dalla procura ma anche dalla scuola, dalle strutture sanitaria e dalle associazioni che sono in prima linea per sostenere le donne vittime di violenza e abusi.

Il convegno, moderato dalla giornalista Roberta Sottoriva, si è aperto proprio con le parole del comandante provinciale dei carabinieri Lorenzo D'Aloia e della presidente di Soroptimist Celina Mattei. "Le misure adottate in questi due anni di pandemia hanno accentuato comportamenti violenti - ha spiegato il colonnello D'Aloia - Insieme a Soroptimist abbiamo avvertito la necessità di organizzare questo incontro per rendere tangibile il nostro impegno e analizzare ogni aspetto del fenomeno individuando le misure adeguate per contrastarlo". "Essere in tanti oggi - ha aggiunto la presidente di Soroptimist rivolgendosi ai numerosi studenti presenti in sala - significa che la rete c'è. E vorremmo non solo che imparaste a conoscerla ma che ci aiutaste a divulgarne la presenza. Le generazioni più giovani sono il punto fondamentale e la chiave del cambiamento culturale. C'è una strada per uscire sa tutto questo e noi ve lo mostreremo". Il vescovo Mariano Crociata ha poi sottolineato l'importanza del "fare rete" come metodo fondamentale per combattere la violenza di genere e soprattutto per prevenirla: "Solo il concorso di tanti può consentire non solo di reprimere ma di prevenire - ha commentato - Con punizioni e repressione non si cancella una violenza già consumata, prevenire invece crea condizioni perché la violenza non avvenga. C'è bisogno di cambiare la testa delle persone e la testa di nessuno può essere cambiata senza la sua partecipazione. Qui entra dunque in gioco dunque l'educazione e la formazione".

L'incontro è poi proseguito con la partecipazione e gli interventi di tutti gli attori istituzionali impegnati nel fronteggiare questo fenomeno: il procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e la pm Martina Taglione che fa parte del team di procuratori che si occupa dei reati di violenza di genere, la comandante del Nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri di Latina, tenente Monica Loforese, la dirigente del pronto soccorso dell'ospedale Goretti di Latina Rita Dal Piaz, l'assessora ai Servizi sociali del Comune di Latina Francesca Pierleoni, la presidente del centro donna Lilith Francesca Innocenti. Fra tutti gli interventi anche quello, in video, di una delle donne aiutate e sostenute dal centro Lilith e poi inserita nel percorso di reinserimento lavorativo del progetto Ilma, portato avanti sul territorio. 

"Il nostro compito è anche quello individuare le vittime di violenze e abusi - spiega la direttrice della Uoc di pronto soccorso Rita Dal Piaz - verificando se ci siano stati accessi precedenti per ferite dovute a cosiddette "cause accidentali". La parte più difficile è convincere le vittime a raccontare. Gli operatori devono comprendere e rassicurare perché la vittima possa tira fuori la sua storia. Spesso la poi la donna maltrattata è accompagnata dal maltrattante, marito o compagno. che vuole entrare in pronto soccorso insieme a lei. Occorre quindi dividerli subito e far entrare la donna da sola. Abbiamo cercato di istituire una stanza, in tutto simile a una stanza di casa in modo che la donna si senta rassicurata e accolta. L'abbiamo utilizzata anche nel caso di una ragazza che era andata via dalla sua abitazione con il figlio. E' rimasta con noi fino a che il marito non è stato allontanato".

Nell'incontro è stata poi ricordata la stanza creata all'interno della caserma dei carabinieri di Latina in collaborazione con Soroptimist nell'ambito del progetto "Una stanza tutta per sè", proprio con l'obiettivo di accogliere le vittime in un ambiente protetto e confortevole. Un'esperienza analoga a quella già realizzata in tribunale per i minori.

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