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Cronaca

Estorsione al ristoratore, contestata l'aggravante mafiosa anche a Renato Pugliese

La richiesta del pm in udienza preliminare. Ora gli atti saranno trasmessi alla Direzione distrettuale antimafia di Roma

Anche a Renato Pugliese varrà contestata l’aggravante del metodo mafioso nell’estorsione ai danni di un ristoratore di Sermoneta  messa in atto con Ferdinando Pupetto e Samuele Di Silvio e Agostino Riccardo.

La richiesta l’ha fatta il pubblico ministero Claudio De Lazzaro questa mattina in udienza preliminare dove il figlio di Cha Cha era imputato di estorsione, violenza privata e violazione del regime di sorveglianza speciale.

La vicenda risale al settembre 2016 quando il gruppo – del quale faceva parte anche Riccardo Agostino, diventato un collaboratore – avevano minacciato pesantemente un imprenditore che aveva preso in gestione un ristorante a Sermoneta. All’uomo erano stati chiesti  con metodi intimidatori 15mila euro, cifra poi scesa a 5mila ma l’imprenditore, dopo aver pagato 2mila euro, aveva denunciato e i quattro erano stati arrestati.  

Ferdinando Pupetto e Samuele Di Silvio sono stati condannati a gennaio rispettivamente a nove e otto anni e ad entrambi è stata riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso. Dal procedimento era rimasta fuori la posizione di Pugliese che nel frattempo è diventato un collaboratore di giustizia  e questa mattina il gup Mario La Rosa, dopo la richiesta del pm, ha emesso una sentenza di incompetenza per territorio e disposto la trasmissione degli atti alla Direzione distrettuale antimafia di Roma.  

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