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Cronaca

Ufficio del Giudice di pace da terzo mondo, impossibile trovare atti e fascicoli

La denuncia del presidente dell'Ordine degli avvocati Giacomo Mignano: una professionista di Roma è tornata a casa a mani vuote

Continua a peggiorare la situazione dell’ufficio del giudice di pace di Latina dove è addirittura diventato impossibile reperire copie di provvedimenti o consultare i fascicoli la cui archiviane avviene con metodo assolutamente casuale e non seguendo l’ordine alfabetico.

La denuncia arriva ancora una volta dal presidente dell’Ordine degli avvocati Giacomo Mignano sulla scorta della segnalazione di una collega romana che ha trascorso una mattinata a via Vespucci tornando a casa a mani vuote per l’impossibilità concreta di accedere al materiale che le era necessario. La professionista è stata a Latina lunedì alla ricerca di alcuni fascicoli per conto di un cliente ma non è stata in grado di trovarli perché erano tutti indistintamente fuori posto. “Alle rimostranze sollevate – racconta Mignano in una lettera che ha inviato al presidente del Tribunale Caterina Chiaravalloti -  si è sentita rispondere dall’addetto che si trattava di una situazione normale essendoci centinaia di pratiche da sistemare sui cui tempi è impossibile fare previsioni. Il legale, nel tentativo di razionalizzare la giornata ha quindi tentato di ritirare alcune copie di provvedimenti richiesti da tempo dal proprio domiciliatario ma anche in questo caso non ha avuto fortuna. Si è diretta al cosiddetto alveare dove vengono sistemate le pratiche – sottolinea ancora Mignano – facendo riferimento alla lettera anagrafica dello studio professionale ma senza esito così ha chiesto spiegazioni al personale presente in cancelleria che si è però dichiarato incompetente al riguardo. Alla fine di tale peregrinazione nei locali della struttura un collega le ha spiegato che le copie non vengono più inserite nel velinario secondo l’ordine alfabetico ma alla rinfusa senza alcun criterio logico”. Così l’avvocatessa ha dovuto spulciare tutte le copie presenti nel velinario – alcune centinaia di fogli – per scoprire che ciò che cercava non c’era e, cosa ancora più grave, che all’interno di quei contenitori non c’erano soltanto copie ma anche i relativi fascicoli lasciati del tutto incustoditi. Così ha lasciato gli uffici del Giudice di pace a mani vuote.

“E’ mortificante – sottolinea Mignano – che nel terzo millennio a Latina non si sia ancora in grado di sistemare in ordine alfabetico gli atti giudiziari e si debbano perdere giornate di lavoro per incombenze che richiederebbero qualche minuto. E c’è il rischio che tali inefficienze incidano anche sulla regolarità delle udienze. I giudici per favorire la produttività – spiega nella lettera al presidente del Tribunale – stanno fissando la trattazione di moltissime controversie da remoto ma tale iniziativa rischia di non avere utilità visto che le relative comunicazioni arrivano in ritardo facendo saltare le udienze con il conseguente onere di inoltrare nuovi avvisi e provocando ritardi su ritardi, il tutto nel caos più assoluto. Una situazione di approssimazione e disordine che lede la dignità e il decoro non soltanto della classe forense ma dell’intera collettività rappresentata dall’ufficio”.

Al presidente del Tribunale viene quindi richiesto un incontro urgente allo scopo di verificare possibili soluzione per evitare “il perpetrarsi di tale situazione di gravissimo e intollerabile disagio”.

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