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Cronaca

Al Karama, l'appello di Caritas e Migrantes: "La politica decida sul futuro di quelle persone"

Dopo il trasferimento di decine di persone all'ex Rossi sud a causa dell'incendio si chiede di ripensare il modello di accoglienza

La politica faccia la sua parte e decida quale futuro devono avere le decine di persone che vivevano nel centro Al Karama e che in seguito all’incendio che il 2 luglio scorso ha distrutto la struttura sono state trasferite presso l’ex Rossi sud.

L’appello arriva dall’Ufficio Diocesano di Caritas e Migrantes sulla scorta della nota dell’Associazione 21 luglio, che da anni svolge attività di analisi e studio sulle condizioni delle comunità rom in emergenza abitativa nel nostro Paese e sulle politiche a loro rivolte, che aveva sollecitati una riflessione sulla vicenda. “La vera questione - si legge nella nota di Caritas e Migrantes – è se quella sistemazione, in un campo, dislocato ai margini del territorio comunale, in una situazione di completa emarginazione, ben distante dagli occhi e dai cuori di tutti, sia dignitosa, rispettosa cioè della dignità di quelle persone, neonati, minori, anziani, donne e uomini, costretti a vivere in un ghetto. Di questo infatti si tratta, per il pensiero che c’è dietro, per come il campo viene trattato e vissuto, e per l’immaginario collettivo. 

“Per quel luogo, che sembrava dovesse essere il fiore all’occhiello per l’accoglienza degli immigrati si scelse il nome Al Karama, termine arabo che vuol dire dignità. Ma pochi immigrati hanno goduto di dignità in quel luogo, abbandonato dopo pochi anni, con uno sperpero enorme di denaro pubblico. Sicuramente – prosegue la nota - la dignità non l’hanno trovata le famiglie rom che fino ad oggi l’hanno utilizzato come un rifugio poi diventato una trappola, che il 2 luglio ha rischiato  di essere letale e da cui ora le stesse famiglie rom devono tenersi alla larga".

Caritas e Migrantes, facendo proprie le preoccupazioni e le attese delle persone di Al Karama, e  anche dei tanti volontari e cittadini che le hanno seguite e sostenute negli anni e che ancora lo fanno oggi  nell’area ex-Rossi Sud chiedono dunque “che la politica faccia la sua parte, mettendo fine, una volta per tutte, alle lungaggini burocratiche, alle decisioni rinviate, ai protocolli mai realizzati. E invitano i futuri decisori della città a mettere le persone di Al Karama al centro di un confronto onesto, aperto e chiaro, che è l’unica possibilità concreta per superare definitivamente il concetto stesso di campo”.

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