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Cronaca

Attentato all'auto della consigliera Ciolfi, la vittima e il Comune parte civile

Davanti al giudice per l'udienza preliminare Gianni Mastrostefano e valentino Mandrelli, il primo mandante, il secondo esecutore

E’ approdata questa mattina in udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Latina Mario La Rosa la richiesta di rinvio a giudizio di Gianni Mastrostefano, 42 anni, di Latina, e Valentino Mandrelli, 32 anni, di Velletri, accusati di essere i responsabili  dell’attentato incendiario ai danni dell’auto della ex consigliera comunale di Lbc Maria Grazia Ciolfi.

Secondo l'accusa, rappresentata in aula dal pubblico ministero Valentina Giammaria, il primo sarebbe il mandante del gesto intimodatorio ed è accusato di minaccia a un pubblico ufficiale e danneggiamento a seguito di incendio mentre il secondo è ritenuto l'esecutore materiale e oltre ai primi due reati è chiamato a rispondere anche di violazione di domicilio. Oggi sono state depositate tre richieste di costituzione parte civile nel procedimento:  quelle della Ciolfi e del marito rappresentati dagli avvocati Stefano Reali e Domenico Casillo e quella del Comune di Latina con l'avvocato Francesco Cavalcanti.

Il giudice si è riservato di decidere ed ha rinviato all'udienza dell'8 luglio prossimo: in quella sede non è escluso che gli imputati, assistiti dagli avvocati Oreste Palmieri e Cinzia Bonavita, chiedano di essere giudicati con rito alternativo.

I fatti oggetto del processo risalgono a settembre 2019 quando la macchina dell'allora consigliera comunale con delega alle Politiche ambientali, patrimoniali urbanistiche e produttive della Marina nonchè vice presidente della Commissione Governo del territorio e Lavori pubblici, venne data alle fiamme all’interno del condominio dove la donna vive con la famiglia.

Le indagini condotte dai carabinieri del Comando provinciale avevano portato a maggio 2020 all’arresto di Gianni Mastrostefano e  Valentino Mandrelli. All'origine dell'atto intimidatorio "impedire  controlli sul terreno di proprietà di Mastrostefano in via Valmontorio sul litorale di Latina dove era stata realizzata una recinzione abusiva su cui era stata posizionata una roulotte in violazione alle norme. Si voleva dissuadere la vittima affinché non influisse negativamente, in ragione degli incarichi ricoperti, sulla pratica edilizia per la quale era stata presentata una Scia alla quale il Comune aveva risposto con una diffida dall’eseguire qualsiasi tipo di opera sulla spiaggia, in quanto in violazione del piano di utilizzazione dell’arenile comunale, poiché ricadente nell’area di rispetto dell’esistente impianto di depurazione”. 

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