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Cronaca

Operazione 'Reset', chiusa l'indagine dell'Antimafia nei confronti del clan Travali

I pubblici ministeri si apprestano a chiedere 34 rinvii a giudizio per associazione di stampo mafioso finalizzata al traffico di droga e alle estorsioni

Giro di boa per l’inchiesta ‘Reset’, l’ultima in ordine di tempo nei confronti del clan Travali che il 17 febbraio scorso ha portato all’arresto di 19 persone. La Direzione distrettuale antimafia di Roma che ha coordinato l’operazione ha chiuso le indagini preliminari e i pubblici ministeri Corrado Fasanelli e Luigia Spinelli  si apprestano a chiedere 34 rinvii a giudizio per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, estorsioni aggravate anch’esse dal metodo mafioso e omicidio, aggravato dalla finalità di agevolazione mafiosa.

Protagonisti dell’organizzazione che si occupava del traffico di droga e di rifornire le piazze di spaccio non soltanto di Latina ma anche di Cisterna, Sezze e Aprilia molti di coloro già coinvolti in altre indagini, in particolare ‘Don’t Touch’: i fratelli Angelo e Salvatore Travali, Angelo Morelli, Francesco Viola, Vera Travali, Gian Luca Ciprian, Alessandro Zof, George Valeriu Cornici, Davide Alicastro, Ermes Pellerani, Cristian Battello, Fabio Benedetti, Costantino Cha Cha Di Silvio, Antonio Neroni, Antonio Giovannelli, Dario Gabrielli, Mirko Albertini, Giovanni Ciaravino, Silvio Mascetti, Alessandro Anzovino, Matteo Gervasi, Francesca De Santis, Antonio Peluso, Manuel Ranieri, Shara Travali, Valentina Travali, Giorgia Cervoni, Tonino Bidone, Riccardo Pasini, Luigi Ciarelli, Corrado Giuliani, Franco Della Magna, Denis Cristofoli e il poliziotto Carlo Ninnolino.

Gli investigatori della Squadra mobile hanno inoltre individuato una serie di estorsioni risalenti anche al 2015 e mai denunciati da imprenditori e commercianti del capoluogo pontino, 18 dei quali sono stati inseriti nell’ordinanza cautelare. I fratelli Travali sono anche chiamati a rispondere dell’omicidio di Nicolas Adrian Giuroiu, per avere fornito armi e copertura iagli autori materiali Manuel Ranieri, Mirko Ranieri e Ionut Adrian Ginca, già condannati in via definitiva.

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